E’ entrata in servizio dal 1 marzo
CENTRO – Elisa Lupano. 64 anni, due figli grandi, Marco e Andrea, ha appena preso servizio presso il Tribunale Minorile di Torino come giudice onorario. Due lauree in pedagogia e scienza e tecniche psicologiche ed un diploma di Counselling, la Lupano è stata per decenni insegnante alla scuola elementare di Valle Sauglio, fino al 2001. Da un paio d’anni si occupa di giustizia riparativa. «In pratica mi occupo di ragazzi che si macchiano di bullismo, piccoli furti o che fanno stupidaggini in rete. Faccio parte dell’Associazione Asai, Associazione di animazione interculturale, che si occupa di sostegno scolastico e promuove proprio la riparazione di comportamenti sbagliati con del volontariato – spiega la Lupano – La giustizia riparativa ricuce quegli strappi che si sono verificati nel tessuto sociale di un ragazzo. Insegno anche psicologia al carcere delle Vallette. Ho una classe di detenute che stanno scontando la loro pena e nel frattempo studiano e ad una classe di agenti di polizia penitenziaria che vogliono prendere il diploma per carriera interna. Questo taglio sociale-assistenziale della mia formazione mi ha portato appunto a fare poi domanda per occuparmi di minori come giudice onorario. La presenza di figure non formate giuridicamente ma che abbiano una comprovata esperienza nel campo della comprensione delle problematiche minorili è prevista dalla legge. La camera di consiglio è costituita da due giudici togati e due onorari – continua l’insegnante Lupano – Dopo due mesi di formazione sono pronta ad occuparmi delle cause che mi saranno sottoposte. Mi occuperò di cause civili e adozioni. Sono stata indirizzata a questo tipo di specializzazione in base al curriculum. Il tribunale non toglie i figli ai genitori ma stabilisce semplicemente delle limitazioni alla responsabilità genitoriale, per aiutare a migliorare il rapporto coi figli. Questo tipo di intervento parte sempre da una segnalazione della scuola.
Alcuni casi interessanti che ho avuto modo di riscontrare anche nella nostra città è il ricorso al Tribunale da parte dei nonni a cui uno dei genitori impedisce di vedere i nipoti a seguito di una separazione. Mi occuperò anche, da pedagogo, del lavoro che sta dietro all’adozione di un bambino. Ho fatto la domanda l’anno scorso e dopo un anno sono stata scelta». Prime impressioni? «Una mia prima impressione è che in Tribunale arrivino famiglie estremamente deboli con scarsi strumenti educativi. Ma non si dà mai per scontato che il genitore sia un cattivo genitore ma che si tratti piuttosto un genitore in difficoltà». Un sogno nel cassetto? «Quello che mi piacerebbe sarebbe aprire uno sportello per genitori a Trofarello. Ne ho uno a Torino. Uno sportello per genitori e adolescenti. Un servizio gratuito che vorrei realizzare ma nessuno è profeta in patria e la cosa non è mai partita. Chissà, magari un giorno…»