Silenzio parla il “Maestro del gusto”

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C’è anche il pasticcere Giovanni Scalenghe tra le 182 eccellenze enogastronomiche che il 14 ottobre sono state insignite dell’importante premio di “Maestro del gusto”. Un riconoscimento assegnato dalla Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con Slow Food, per individuare i più bravi produttori di cibo “buono, pulito e giusto”. Giunto alla sua settima edizione il concorso “Maestri del gusto” cerca in tutto il Piemonte i migliori artigiani. E Scalenghe si è aggiudicato per la terza volta consecutiva l’ambitissimo premio. «I partecipanti al concorso vengono segnalati dalla Camera di Commercio. Poi Slow Food fa delle visite in incognito, prova i prodotti, testa la qualità per giungere poi a chiedere certificazioni sulla provenienza delle materie prime, ricette, metodologie di preparazione, insomma verificano che i prodotti siano d’eccellenza. Il percorso di selezione dura due anni. I prodotti vengono analizzati anche in laboratorio per verificare che le materie prime siano quelle dichiarate e siano di prima qualità. Nella zona siamo gli unici ad aver ottenuto questo tipo di riconoscimento – commenta Scalenghe – Altri due maestri del gusto sono a Poirino e Villastellone. Naturalmente una volta che sei entrato in questo gruppo di produttori devi lavorare per restarci perché l’elenco dei maestri del gusto viene aggiornato ogni due anni». Scalenghe è arrivato ormai alla terza incoronazione di Maestro del gusto. «Siamo stati poi anche al Salone del gusto, con la mia compagna Luisa, dove abbiamo mostrato e venduto il nostro prodotto di punta: il torrone». Giovanni Scalenghe, che annovera anche il titolo di Eccellenza Artigiana, gestisce la pasticceria caffetteria di via Torino 72/c, fondata dai nonni Giovanni e Lucia nel 1954, fatta crescere dal papà Angelo che si è ritirato circa sei anni fa e mamma Domenica, ancora dietro il bancone a servire dolci e cappuccini. Nel bancone sono in bella mostra, dolci, biscotti, pralinerie, realizzati dal laboratori di produzione che ha fatto della nocciola tonda gentile delle Langhe l’ingrediente principe. Il torrone comunque è il prodotto di punta. Il torrone morbido viene proposto in originali barattoli rossi da cui si sprigiona il tipico aroma di vaniglia e miele biologico. Si va dal torrone classico a quello ricoperto di cioccolato fondente, dal torrone con pistacchi di Bronte a quello con mandorle di Noto. Nel bancone pasticceria si trovano praline assortite e gianduiotti.  Ma cosa ha di speciale questo torrone? «Si tratta di un torrone morbido, una vecchia ricetta di famiglia che negli anni abbiamo sempre prodotto ma che, da una decina d’anni, valorizziamo in modo particolare. Abbiamo una linea che piace fatta con dei vasetti in metallo da mezzo chilo o un chilo ed un barattolone grosso che,su richiesta, riempiamo di torroncini. La confezione richiama un po’ il barattolo della vernice e dà una linea particolare. La presentazione particolare gli conferisce un carattere simpatico che piace ai clienti. A Slow Food abbiamo presentato un torrone al cioccolato che è una novità assoluta. Si tratta di un torrone nel cui impasto viene sciolta massa di cacao puro che gli conferisce una particolare morbidezza». Qualche altra particolarità di questa vostra azienda? «Da qualche anno ci siamo lanciati nel commercio su scala nazionale ed anche internazionale. Diversi negozi in tutta Italia commercializzano i nostri prodotti. Insomma abbiamo creato una rete di distribuzione del torrone in enoteche, qualche pasticceria, qualche ristorante. Un’altra particolarità è che siamo riusciti ad esportare il nostro torrone anche in Svizzera e negli Stati Uniti d’America. Abbiamo iniziato dopo Pasqua quasi per gioco ed adesso la cosa sembra funzionare. Abbiamo riscontrato che in America il torrone è un dolce che piace parecchio, consumato tutto l’anno e non esclusivamente a Natale come è nostra tradizione».

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