CENTRO - In via Roma 13 è presente dal 2005 un negozio “particolare”, in cui lavorano molti volontari assieme a Laura Appendino, che li coordina e che ha la supervisione complessiva del negozio e dei rapporti con il marchio Altromercato: “E’ così particolare che, ancora oggi dopo 11 anni dall’apertura, ci sono persone che entrano in negozio chiedendo se siamo un’erboristeria o un negozio di macrobiotica”.
Un po’ di storia
“Il discorso commerciale è iniziato diversi anni fa, in un’altra zona di via Roma, in via Torino e prima ancora con la vendita periodica con i banchetti. Il gruppo è quindi attivo da una ventina d’anni. Nel 2011 siamo entrati a far parte della cooperativa Mondonuovo, che ha sede a Torino ma che ha diversi altri punti vendita a Torino e provincia”.
E’ stato un cambiamento importante, immagino.
“Sì, è stata una scelta di rete, che ha garantito più sostegno, più possibilità di organizzare eventi, maggiore presenza sul territorio. Come Mondonuovo siamo soci di CTM, uno dei principali consorzi di importazione di prodotti del commercio equo solidale, di cui noi come cooperativa siamo soci”.
Rispetto agli altri negozi di Trofarello siete un po’ particolari…
“Certamente, sia per i prodotti che si trovano qui che per la conformazione di chi è presente in negozio. I turni sono gestiti principalmente da volontari che ruotano durante la settimana e sono coordinati da me. Se non ci fossero i circa quindici volontari attivi, questo negozio sarebbe quasi sempre chiuso. Il loro ruolo è fondamentale! Rispetto ai prodotti in vendita, abbiamo sia alimentari che artigianato, principalmente di commercio equo solidale, per cui sono tutti prodotti che fanno capo a dei progetti. Dietro ad ogni prodotto c’è una storia particolare: l’artigianato arriva quasi esclusivamente dal sud del mondo (Centro e Sud America, Asia e qualcosa dall’Africa). Per i prodotti alimentari si parte dalle materie prime acquistate nei paesi d’origine per essere lavorate in Italia”.
Quindi chi acquista un prodotto…
“…più che il prodotto acquista l’idea di giustizia che sta dietro, il progetto di riferimento, il lavoro della rete che garantisce tutto questo, a partire dal pagamento di un prezzo equo per le materie prime, prezzo stabilito assieme agli stessi produttori tenendo conto delle ore lavorate e di un compenso dignitoso. Questo non va a discapito nel prodotto ma è un valore aggiunto”.
Avete anche prodotti interamente italiani, però.
“Sono sempre realtà particolari, come i biscotti o la birra realizzati dalle cooperative di lavoro che operano nelle carceri, o i prodotti che provengono da terreni confiscati alla mafia e che, altrimenti, avrebbero molte difficoltà a trovare dei canali di distribuzione. Anche qui la merce porta con sé un forte valore aggiunto, a cui contribuiamo anche noi: alcune settimane fa un piccolo produttore calabrese ci ha detto che non trova nelle vicinanze del suo paese nessuno disposto a vendere i suoi prodotti”.
Qual è la risposta di Trofarello a quest’offerta?
“Possiamo contare su una clientela forte, anche se potrebbe crescere! Trofarello risponde molto bene alle nostre iniziative, come al nostro pranzo di autofinanziamento che ha avuto un numero di adesioni insperato. Forse potremmo farci conoscere ancora di più!”.
Ed i rapporti con gli altri commercianti di Trofarello come sono?
“Diciamo che ci sono rapporti di buon vicinato nella via, anche solo come scambio di informazioni, ma al di là di questo non ci sono iniziative comuni per generare iniziative utili per tutti, e fare un po’ di rete potrebbe essere l’unico modo per resistere”.
Come potrebbe aiutarvi l’Ente pubblico?
“Se si riuscisse ad avere una buona comunicazione, sarebbe già un’ottima cosa, anche nell’organizzazione dei vari eventi. E, volendo, anche un po’ di partecipazione nella decisione”.
Voi aderite a CATA Sì!: avete avuto dei riscontri?
“E’ un’iniziativa concreta per iniziare ad organizzarsi e a fare qualcosa insieme, ma può essere un buon modo per creare una rete di iniziative e di servizi. L’interesse da parte delle persone c’è, forse anche più di quanto pensassi, e confidiamo che continui sul lungo periodo!”
Cosa avete fatto per la Notte Bianca?
“Siamo stati aperti tutta la sera, abbiamo mostrato le nuove collezioni, c’è stato un aperitivo libero per tutti e, per chi è arrivato tardi, un caffè”.
Un ultimo messaggio ai trofarellesi? “Venite a trovarci, soprattutto se non ci conoscete”.
Davide Roccati