CENTRO – Nel quadro degli interventi formativi per i futuri consiglieri comunali, Progetto Paese ha riunito, nella solita saletta del circolo Corea che ospita queste serate, il professor Luigi Puddu, professore ordinario del dipartimento di Economia dell’Università di Torino che ha intrattenuto una trentina di persone sul Bilancio comunale e statale.
«La serata è stata molto stimolante, nonostante l’aridità della materia, perché il professor Puddu, che anni fa era anche un nostro concittadino, ha voluto introdurre nella “conversazione” elementi di semplicità che hanno reso brillante il senso del ragionamento – spiega Marco Cavaletto – Puddu ovviamente è partito dal punto nodale: il bilancio è lo strumento con il quale il Comune programma le attività e i servizi dell’ente per l’anno successivo, individuando le entrate e le uscite definite sulla base delle necessità e delle priorità del Comune. Il bilancio di previsione è – per legge – in pareggio. Ciò significa che il totale delle spese che il Comune prevede di realizzare deve essere uguale al totale delle entrate previste per l’anno di riferimento».
Puddu si è anche intrattenuto sulla formazione del Bilancio dello Stato, cercando di far capire con molta semplicità le differenze tra i diversi strumenti di bilancio pubblici. «Mentre una parte delle entrate del Comune deriva da trasferimenti dello Stato che però, di anno in anno, tendono sempre più a diminuire, una parte più significativa deriva dalle entrate tributarie, per le quali l’apparato tecnico deve porre la massima attenzione.
Un concetto che è stato messo in risalto, anche grazie ad alcune domande poste dal pubblico, riguarda la responsabilità degli amministratori nella formazione del bilancio. è una responsabilità politica prima ancora che contabile, e la parte più impegnativa non risiede tanto nella “spesa” quanto nella esatta individuazione delle “entrate”, dettaglio questo spesso trascurato da amministratori e tecnici – spiega Cavaletto – Le spese del Comune si dividono in “spese correnti”, necessarie per la gestione dei servizi, la manutenzione di immobili e infrastrutture e per il funzionamento dell’ente, e “spese in conto capitale”, destinate agli investimenti (costruzione di strade, scuole, infrastrutture, ecc.). All’importo previsto per la spesa corrente occorre aggiungere la spesa per il rimborso delle quote dei mutui».
Terminata la lezione alcuni candidati hanno posto le domande al relatore e a Cavaletto che ha avuto la possibilità di leggere alcuni documenti relativi al bilancio di Trofarello, comprese le numerose variazioni sul bilancio 2015.
«A me alcune voci sono apparse per lo meno incongrue, in relazione alla dimensione degli importi, ma dovrei effettuare verifiche più puntuali» afferma Cavaletto.
«Ho notato, ad esempio, che per il 2015 abbiamo importi molto elevati per le spese legali; non ne conosco le motivazioni per cui posso solo fare delle ipotesi, come il ricorso eccessivo ai pareri “pro veritate”. Ma non basta il segretario comunale in questa funzione?
L’esame poi delle spese fa sorgere più di un dubbio sulle ricorrenze di alcuni beneficiari che appaiono molto frequentemente nei mandati di pagamento, magari per importi non molto alti, ma come dicevo molto frequenti. Mi riferisco alla fornitura di alcuni servizi che, si sa, vengono erogati per molti mesi all’anno. Vorrei verificare appena ne avrò la possibilità se alla base di queste spese “ricorrenti” siano o no state indette gare d’appalto oppure se si sia ricorso alla trattativa privata, modalità lecita, per carità, ma sconsigliabile.
Le stesse numerose variazioni al bilancio effettuate dal consiglio comunale nel corso di un anno (siamo arrivati nel 2015 a 8 o 9 variazioni, quasi sempre approvate da parte di alcuni della opposizione…) fanno capire come non si abbiano spesso le idee chiare in materia di previsione della spesa».
La lezione del professor Puddu ha riscosso molto interesse, con alcune domande pertinenti e a gran voce è stato richiesto di reiterare questi incontri anche su altri temi poiché i cittadini hanno il desiderio di essere informati.
«Progetto Paese intende mettere a disposizione la propria capacità organizzativa su altri temi quali le necessità del commercio locale, oppure in che modo l’Ente locale può interagire con il sistema delle piccole e medie imprese – conclude Cavaletto – Su questi temi Progetto Paese vuole entrare in contatto con le associazioni di categoria per coinvolgere anche gli imprenditori di Moncalieri, Cambiano, Santena e Pecetto; e non è detto che questi incontri da realizzare si debbano forzatamente tenere in campagna elettorale. L’Associazione Progetto Paese è nata certamente per il momento elettorale ma ha tutte le intenzioni di proseguire la propria attività di formazione politica».