In questi giorni si sta tenendo in Parlamento la discussione sul disegno di legge che propone l’introduzione nel nostro ordinamento delle unioni civili. E’ dunque all’esame la possibilità di trascrivere nel registro di stato civile l’unione affettiva tra due persone dello stesso sesso.
Gli effetti di tale trascrizione sarebbero consistenti. Tra questi il diritto alla pensione di reversibilità, la possibilità di adottare legalmente il figlio naturale del partner e il diritto di ricevere informazioni sanitarie in caso di malattia o ricovero ospedaliero del / della partner. Aspetti delicati, che accendono il dibattito sui diritti civili.
Ci siamo chiesti cosa ne pensino i cittadini e gli amministratori (o aspiranti tali) e, cominciando proprio da questi ultimi al fine di conoscerli più da vicino, abbiamo loro sottoposto una domanda precisa.
Parliamo di unioni civili, dando per scontata la considerazione che un amministratore non può che osservare la legge. Detto questo, lei, a titolo personale, auspica o meno il riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso?
«Io rispetto l’uomo, non sono omofobo – così esordisce il sindaco Gianfranco Visca – tuttavia, per quanto possa essere impopolare, devo dire che per quanto mi riguarda la famiglia è una sola, quella costituita da uomo e donna. Rispetto l’amore fra sessi uguali, rispetto chi si ama, ma questa è la mia opinione – e prosegue – Ovviamente come amministratore rispetterò in toto le leggi dello Stato, quelle presenti così come quelle che dovessero essere approvate in futuro».
Altrettanto chiara, seppure di segno totalmente opposto la posizione di Emilia Tiso: «Sono assolutamente favorevole. La sessualità nulla toglie o aggiunge alla stima ed al rispetto che è dovuto alle persone. Rispetto le coppie composte da persone dello stesso sesso così come rispetto le diverse fedi e culture. I diritti civili devono essere tutelati, sempre e comunque».
Fa eco il Movimento 5 Stelle: «Sul tema delle unioni civili siamo concordi nel sostenere che garantire a tutti eguali diritti di vivere serenamente e legalmente con la persona che si ama, a prescindere dal sesso, sia un progresso per la società. I gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle si sono dichiarati disponibili a votare il Ddl, se questo non sarò stravolto nel corso dei lavori in aula».
Chiudiamo questa carrellata con Marco Cavaletto, che auspica una accelerazione verso il riconoscimento: «Il Parlamento italiano è molto in ritardo sulla questione delle unioni civili, così come su altri grandi temi che toccano molto da vicino gli interessi di sempre più larghi strati della popolazione. Da molto tempo i cittadini italiani attendono questo cambiamento di passo e in riferimento alle unioni civili i tempi sono ormai maturi – e precisa – Un sindaco nulla può fare se non rispettare la Legge e, se lo ritiene, impegnarsi nei consessi in cui ha libertà di parola o all’interno di associazioni e movimenti che pongono questo tema al centro delle loro azioni; tutto ciò al fine di convincere i partiti e i grandi movimenti di opinione a sollecitare il Parlamento ad approvare la norma tanto attesa».
E voi lettori, che ne pensate?