Un rifugio sui generis per cani alle porte della città – Fondatrice è Anna Luisa Ramondetti
Anna Luisa Ramondetti Cassardo, fondatrice negli anni ’80 del Rifugio di Trofarello, che ha la finalità di salvare dalla strada il maggior numero di cani possibile, è una vera e propria istituzione della nostra comunità. Il Rifugio, in via Torino 177, ora costituito in forma di ONLUS, ad oggi ha salvato dalla miseria del randagismo l’impressionante numero di quasi settemila cani, e prevede anche un programma di adozioni a distanza (info sul sito www.rifugiotrofarello.org). Una struttura, il Rifugio, unica nel suo genere, in quanto totalmente autonoma, non aggregata alle sovvenzioni pubbliche. Una scelta precisa questa, molto impegnativa, finalizzata al poter agire con la rapidità necessaria ad una efficace azione di soccorso, senza i lacci delle lungaggini burocratiche. Il Rifugio è sorretto esclusivamente dalla fondatrice, da donazioni e lasciti volontari – detraibili dalla dichiarazione dei redditi – e dal 5×1000 (il numero da citare è 10182550011).
Ci sarebbe di che essere soddisfatti, ma l’inesauribile carica di energia di Anna Luisa è ora rivolta ad un nuovo sogno, come lei stessa lo definisce: riuscire ad organizzare un grosso ricovero per cani degli anziani indigenti, quelli che sopravvivono solo grazie al sussidio dell’assistenza pubblica.
Chiediamo direttamente a lei come nasce l’idea. «Sono stati gli assistenti comunali di Moncalieri ed i veterinari della ASL a segnalarmi il problema. Molti anziani indigenti, povere persone che della vita hanno conosciuto soltanto le amarezze, quando arriva l’ora triste del ricovero in ospedale o in casa di riposo, rifiutano, perché non sanno che fine farà il cane, il loro unico amico! Del resto, come ci sentiremmo noi, se la vita ci obbligasse ad abbandonare chi ci è caro? Vari Comuni, interpellati al riguardo, hanno risposto che non intendono assumersi l’onere dei cani di queste persone. Occorre dunque un piano di intervento preciso per far fronte a questa esigenza. Per questo motivo nasce il progetto “Posto Cane”. Noi vorremmo sollevare gli anziani indigenti da questa angoscia, dal rimorso di fare del male al loro amico. Il progetto prevede di aiutarli dandogli la sicurezza che il cane sarà restituito quando usciranno dall’ospedale, oppure ospitato a vita se dovessero entrare in Casa di Riposo, ovviamente con la possibilità di venirlo a trovare ogni volta che lo desiderano».
Un progetto di utilità sociale dunque, non solo volto agli amici pelosi, ma anche a dare un po’ di conforto agli anziani. Ma di che tipo di investimento stiamo parlando? E come reperire i fondi necessari?
«La necessità della zona coperta dalla ASL veterinaria 5 (che comprende Comuni molto popolosi) è di quindici – venti posti. Un impegno finanziario dunque molto importante. La sua realizzazione diverrebbe possibile soltanto se, in un futuro – che auguro a tutti molto lontano – il Rifugio potesse ricevere dei lasciti testamentari. Infatti, soltanto dei lasciti, anche modesti, accumulandosi nel tempo, potrebbero formare il capitale necessario. La difficoltà è parlare di questo senza che la gente, sentendo il mio nome o quello del Rifugio, corra a toccare ferro. Eppure, voglio far conoscere il progetto, far comprendere le situazioni gravi e tristi che si potrebbe alleviare. In fondo, non chiedo il sacrificio di un dono, ma di lasciare qualcosa che, tanto…… non ci si potrà portare appresso».
Se vogliamo dunque aiutare il Rifugio nella sua opera, e rendere possibile la realizzazione del sogno “Posto Cane”, lasciamo da parte la scaramanzia e ricordiamoci che, oltre alle donazioni che possiamo fare oggi, è possibile definire un legato a favore del Rifugio nel proprio testamento. L’associazione, come Onlus di pubblica utilità, ossia “no profit”, è esonerata dall’imposta di successione. Il nostro “dono nel futuro” perverrà, quindi, integro e potrà essere di grande aiuto a ridare un sorriso ad un anziano in difficoltà, nel conforto del suo migliore amico.
Sandra Pennacini