Centro – Recentemente hanno fatto scalpore i dati emersi in merito al calo della raccolta differenziata. La piaga dell’abbandono selvaggio dei rifiuti continua ad affliggere la nostra città.
Abbiamo parlato di gestione rifiuti ed ecologia con Stefano Napoletano, trofarellese, 29 anni, con ampia esperienza legale e societaria. Recentemente ha assunto la carica di vicepresidente del Covar 14, consorzio partecipato da 19 comuni della provincia di Torino, che serve un’utenza di circa 260.000 abitanti.
Napoletano, quali sono secondo lei le motivazioni del calo della raccolta differenziata?
«E’ necessario partire da alcuni numeri. L’ultimo dato approvato dalla Regione Piemonte accerta che nel 2013 il Covar 14 è arrivato a recuperare il 62.50% dei rifiuti raccolti, contro il 50% della Provincia di Torino e il 52.5% dell’intera Regione. Trofarello nel 2013 ha differenziato per il 63.77%; questo dato, secondo previsioni del Covar, dovrebbe scendere per il 2014, e attestarsi sopra il 62%. In calo dunque, ma comunque sopra la media provinciale e regionale.
Taluni attribuiscono il calo della differenziata alla mancata riduzione dei costi a carico dell’utenza. Non corrisponde al vero. La questione non è legata ai costi, che di fatto sono diminuiti. I trofarellesi nel 2006 pagavano 180.21 €/abitante e nel 2013 hanno pagato 158.63 €/abitante. Il punto è che è calata l’attenzione sul problema. E’ diminuita la percezione dell’importanza della raccolta differenziata, sia in termini ambientali che in termini economici. Abbiamo un serio problema di comunicazione».
Rifiuti abbandonati ovunque. Chi paga per questi comportamenti incivili? Cosa fare per combattere il fenomeno?
«E’ un grave problema. Ci sono continui sversamenti di rifiuti in diverse zone e francamente non mi capacito del perché. Trofarello da questo punto di vista è, nell’ambito del consorzio, uno dei comuni peggiori. Quando un rifiuto viene abbandonato danneggia in primis l’ambiente, ma anche le tasche dei cittadini, per i costi extra legati alle raccolte straordinarie. Cerchiamo di contenerle al massimo, ottimizzando le chiamate alle aziende chiamate per la raccolta, puntando al pieno carico del camion. Solo nel 2013 sono stati effettuati ben 25 interventi di raccolta straordinaria, per una spesa extra di quasi 11.000 euro. Per combattere il fenomeno innanzi tutto abbiamo ampliato gli orari di apertura della piastra ecologica, tutto il giorno al sabato e la domenica mattina. Anche in merito a questo aspetto si rende necessaria una campagna di formazione e sensibilizzazione. Colgo l’occasione per ricordare che la raccolta domiciliare dei rifiuti ingombranti è sempre attiva, basta chiamare il numero verde Covar».
Quali sono dunque le iniziative in programma?
«Dobbiamo ripartire al più presto con una comunicazione efficace. Riportare l’attenzione sul problema, sull’importanza di una corretta gestione del rifiuto, sia per l’ambiente che per le tasche dell’utenza. Mi piace segnalare che il Covar14, che è il terzo consorzio in ordine di grandezza in Piemonte, è l’unico consorzio pubblico che ha aderito alla mozione “In nome del popolo inquinato”, promossa dalle associazioni Legambiente, Libera, WWF Italia e altri al fine di sollecitare la legge – ferma da un anno – per introduzione dei reati ambientali nel codice penale. Tornando alla comunicazione, ho creato un mio sito (www.stefanonapoletano.com). In esso pubblicherò ogni mio successo personale sulla strada del rispetto ambientale e la mia attività nel Covar. Ho previsto anche una sezione trasparenza, nella quale è possibile rinvenire una serie di documenti utili quali i bilanci del Covar, i dati della raccolta differenziata, i piani rifiuti regionali e provinciali. Tutto ciò che è ambiente mi appassiona, “riduci, riutilizza, ricicla” il mio motto. Il Covar punta ad arrivare al 70% di raccolta differenziata, per abbattere ulteriormente i costi, e arrivare alla tariffazione puntuale, secondo il principio “chi più produce rifiuti, più paga”».
Sandra Pennacini