CENTRO – Nella giornata del I maggio lo scrittore trofarellese Stefano Peiretti riflette sul mondo del lavoro e sugli incidenti che accadono ogni giorno in fabbriche e cantieri. «In occasione di questo 1° maggio, desidero condividere con voi una riflessione sul lavoro. Da inizio anno, abbiamo assistito a oltre 100 tragedie sui luoghi di lavoro: vite e storie spezzate, persone che sono uscite per lavorare e non sono più tornate a casa. Le morti sul lavoro rappresentano una tragica conseguenza delle carenze nella sicurezza e nell’igiene sul posto di lavoro. Ogni incidente rappresenta una storia interrotta, un futuro negato e un dolore che si riverbera su coloro che restano. Questi eventi dolorosi ci richiamano alla mente la terribile notte del 2007 a Torino, quando la Thyssenkrupp andò in fiamme e persero la vita sette ragazzi. Le conseguenti proteste hanno messo in luce la precarietà della sicurezza sul lavoro, portando infine all’unificazione del testo 81 in materia di sicurezza. Tuttavia, osservando le recenti immagini di città che chiedono più sicurezza, insieme alle diverse categorie sociali coinvolte, mi rendo conto di quanto poco sia cambiato dal 2007 ad oggi. Non possiamo permetterci di considerare la sicurezza sul lavoro come un problema secondario o trascurabile. È una priorità morale e sociale che richiede azioni concrete e sistematiche. La sicurezza sul lavoro rimane un problema irrisolto, richiedendo un impegno costante e continuo da parte di tutti. Dobbiamo dunque impegnarci a creare ambienti di lavoro sicuri e protetti per tutti e ciò significa investire in formazione, sorveglianza e normative più rigorose, così da prevenire tragedie future. Oltre alle vittime sul lavoro, è fondamentale considerare anche le malattie professionali, un tema di grande rilevanza. È essenziale riconoscere pienamente il peso e le implicazioni di queste malattie, garantendo un adeguato supporto e sostegno a coloro che ne sono colpiti. L’attenzione e la prevenzione delle malattie legate al lavoro sono parte integrante della lotta per una migliore tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro. Un esempio tangibile è rappresentato da Franco Di Mare che in questi giorni ha sollevato l’attenzione su questo tema. Per questo 1° maggio, auguro a tutti noi di considerare questo giorno come punto di partenza per continuare a lottare affinché il lavoro non sia solo adeguatamente retribuito, ma soprattutto sicuro. Spero sinceramente di non dover più assistere a storie di persone che non fanno ritorno a casa a causa di incidenti sul lavoro. Insieme, possiamo e dobbiamo fare di più per garantire la sicurezza di ogni lavoratore e lavoratrice. Il cambiamento richiede impegno e determinazione, e questo è un momento per rinnovare il nostro impegno verso un futuro lavorativo più sicuro e umano per tutti».