CENTRO – Udienza dal Papa per la delegazione locale della Cri in occasione dei 160 anni della Croce Rossa. «È stata un’esperienza emozionante. Come ogni volta, quando i volontari da tutta Italia si riuniscono in un unico luogo, ti rendi conto della potenza di questa associazione – spiegano Manuel Braghin e Samantha Scalise – Siamo partiti da Trofarello venerdì alle 19.30 e tra di noi si respirava già un grande entusiasmo, quello tipico di quando sai di essere pronto per affrontare una sfacchinata pazzesca che ne varrà assolutamente la pena.
Giungiamo a Roma presto al mattino e Piazza San Pietro è già piena di divise rosse, provenienti da tutta Italia. Ci mettiamo in coda, seguendo la folla, e nel giro di poco tempo ci troviamo nella Sala Nervi.
La fanfara della Croce Rossa suona l’inno, si leggono i sette principi, si raccontano storie dal palco della sala, sulla pandemia, sui migranti, si ricorda il terremoto de L’Aquila, tutte esperienze vissute anche nel nostro piccolo. Sono storie che per me e la mia famiglia rappresentano emozioni importanti e che personalmente sento ancora molto vive. Ma, non sono la sola, il silenzio e gli sguardi lucidi di molti di noi la dicono lunga su quanto ancora certi ricordi siano presenti – continuano Braghin e Scalise – Poi il Presidente Nazionale dice: “Sono sicuro che quando rientrerete nei vostri Comitati non avrete neanche il tempo di togliervi la divisa che già sarete pronti per una nuova attività” e così è stato, domenica mattina agili e pimpanti tutti in CRI alle 9.00
Poi, il momento tanto atteso, Papa Francesco fa il suo ingresso nella sala e parla del nostro motto “Ovunque per chiunque”, di quanto faccia la differenza in una società un po’ egoista, e ci esorta a continuare a stare accanto a tutti coloro che ne hanno bisogno, con competenza, generosità e dedizione, soprattutto in un’epoca in cui crescono zizzania, razzismo e disprezzo. E i miei pensieri cominciano a correre ed io mi chiedo se veramente riusciremo a fare la differenza o se prima o poi tutto ciò prenderà il sopravvento.
Si rientra con la consapevolezza di essere parte di un sistema forte, organizzato e potente».