CENTRO – Scomparso Massimo Messina, il Giamburrasca impertinente e ribelle che dalla Spagna faceva riflettere, con voce libera, i trofarellesi dalla sua pagina Facebook “Trofarello in libertà”. Alberto Scarino e Giovanni Tondo ne tracciano un ricordo lucido e caloroso. «Ci ha lasciati con un coup de théâtre, all’alba del 2024. Massimo Messina era il fondatore del gruppo Trofarello in libertà, che aveva creato quando, un giorno, si era reso conto che a Trofarello serviva una piazza virtuale irriverente, dove potersi esprimere “in libertà”, affrontando le questioni legate alla politica locale, senza lacci e lacciuoli. Per garantire la pluralità, aveva deciso di nominare vari co-amministratori, ognuno in rappresentanza di una area politica – spiegano Scarino e Tondo – Era esagerato, sproporzionato, provocatorio. Certamente era pure giusto ed equo, dal suo punto di vista. Aizzava, stimolava, cercava lo scontro, era “uno” che ci credeva, con una sua visione del mondo e del senso di comunità.
A modo suo fustigatore di costumi, a volte visionario, Massimo era quello che sentenziava, a volte sproloquiava, spesso stimolava, abilissimo nell’aizzare e sollevare polveroni. Con gli anni era diventato un alfiere del politicamente scorretto, quando questi atteggiamenti prendevano la deriva dell’ipocrisia.
Una volta gli fu detto che era un Giamburrasca e lui provocatoriamente cambiò la sua immagine del profilo con la foto del personaggio di Vamba, portato in televisione da Lina Wertmüller. Aveva un’anima ribelle, quando riteneva fosse opportuno non faceva differenza nel censurare, attaccare, polemizzare con chicchessia, amici o nemici che fossero.
Conosceva l’arte della politica per averla a lungo frequentata in gioventù e da questo ne derivava una qual certa abilità sia dialettica che operativa, soprattutto quando si trattava di entrare “a gamba tesa” – continuano Tondo e Scarino – Lui, lontano, in Spagna, non aveva mai voluto recidere i suoi legami con Trofarello. Animava questa pagina social, era spesso in contatto con coloro che hanno fatto o fanno politica nel nostro comune e, in quanto spirito libero, era un fiero sostenitore del giornale locale, La Città, per il quale si impegnò in una campagna per stimolare i trofarellesi a sottoscrivere un abbonamento.
Grande di fisico e grande nei gesti, anche di beneficenza, che non sbandierava e non esibiva e di cui ne siamo a conoscenza perché da lui coinvolti. Nel bene (molto) e forse un poco anche nel male, mancherà, più di quanto oggi si possa immaginare.
Ci piace pensarlo ancora e per sempre al suo tavolo al Cafetin del Puerto, a scofanarsi di cibo con lo sguardo ed un orecchio sempre rivolto ad Est, verso Trofarello».