CENTRO – C’è stato anche un pezzetto di Trofarello nell’opera di recupero delle migliaia di libri che sono andate danneggiate nel corso della recente alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna. La Colloco di cui è titolare il trofarellese Vito Cappa è stata invitata a dare un importante contributo per il recupero del materiale cartaceo andato distrutto o danneggiato nel corso dell’alluvione in collaboraizione con la FRATI e LIVI. «Inizialmente ci siamo occupati di dare tutte le indicazioni corrette ed organizzare tutto il lavoro dei volontari presso varie strutture del territorio romagnolo – esordisce Vito Cappa – Abbiamo iniziato a formare volontari presso la biblioteca del seminario di Forlì e poi con un affidamento d’urgenza da parte del Comune di Forlì abbiamo cominciato a mettere in sicurezza tutta una serie di fondi importanti e fatto formazione per una serie di volontari che dopo il nostro intervento di estrema urgenza stanno continuando a mettere in sicurezza i documenti. Le dinamiche di questo intervento sono quelle standardizzate per il recupero di questi oggetti di questi reperti: si entra all’interno degli archivi che spesso sono collassati con scaffalatura cadute e ricoperte di fango ed acqua. Si cerca di prelevare il materiale indicato dagli archivisti locali, lo si porta in esterno, lo si lava, lo si sacchetta all’interno di sacchetti di nylon e si inscatola all’interno di cassoni e sono stati trasferiti alla Orogel di Cesena che è stata preziosissima perché ha messo a disposizione friser enormi ed ha fornito tutta una serie di contenitori che serviranno per tenere congelato il materiale. Tutto questo gratuitamente per due anni. Nel momento in cui il materiale congelato sotto un aspetto biologico viene bloccata tutta la prolifica azione batterica e micro batterica. Nel momento in cui gli enti vorranno in qualche modo asciugare il materiale questo materiale verrà liofilizzato, entrando all’interno di un impianto che scalda in assenza di ossigeno.scaldando questo corpo ghiacciato in assenza di ossigeno si crea la sublimazione e quindi dal ghiaccio si passa direttamente al gassoso. Alla fine di questo trattamento il materiale sarà completamente asciutto e potrà essere pressato e spolverato, e eliminati dal fango che in quel momento sarà più facile eliminare perché saranno completamente disidratati – conclude Cappa – Si può dire che dal punto di vista biologico e meccanico tutto quello che è congelato si può salvare.chiaramente poi bisognerà vedere se ci sono degli inchiostri solubili all’acqua o ci sono scritte che sono andate via. Certo non si può potrà porre rimedio a questo genere di problemi. In linea di massima questo è stato il nostro lavoro ci occupiamo da vent’anni di lavorare in archivi e biblioteche nel campo della spolveratura, della disinfezione dell’asciugatura di massa».