CENTRO – Finisce in consiglio comunale la presenza dell’assessore Paola Bertelle con la fascia tricolore del sindaco alla riunione presso il teatro Carignano. «Un grande atto di incoerenza. Oltre che un errore formale non indifferente» annuncia il consigliere di opposizione Maurizio Tomeo.
«La legislazione italiana è ferma al 2004. La legge disciplina bene irapporti giuridici fra coppie dello stesso sesto con la legge sulle unioni civili. Dal punto di vista della procreazione non c’è legge e non è possibile avere figli biologici se non per le coppie eterosessuali. Alternativa è l’adozione.
Noi come centro destra riteniamo che ci sia un limite invalicabile alla genitorialità assistita e alla procreazione assistita. Tanta discussione c’è nel paese. Procreazione assistita fuori da queste regole si presta a problemi altissimi: stabilire la genitorialità, stabilire che questa non può essere una procreazione a pagamento. Due i principi fondamentali: il diritto della donna a non essere sfruttata nel corpo e il diritto del fanciullo ad avere madre e padre certi. Io non mi sarei mai esposto su questo argomento. La mozione di Noi ha sollevato il problema e apprendiamo dai giornali che a questa manifestazione per introdurre il problema della genitorialità assistita ha partecipato un esponente dell’amministrazione con la fascia tricolore del sindaco e non a titolo personale che presume una presa di posizione dell’amministrazione. Chi portava la faascia non la poteva portare. Perché spettacolarizzare una cosa che non si può fare e poi prendere una posizione contraria al volere dei sindaci presenti in quella assise? Qui qualcuno ha fortemente sbagliato. Qui non è solo un errore. Non si può fare disobbedienza civile a parole quando poi si viene sconfessati dal voto del consiglio comunale, La posizione deve essere netta. A meno che qualcuno non creda che la politica sia spettacolo, una sfilata. E non è la prima volta che succede. Faremo presente al prefetto ed il sindaco dovrà spiegare ai cittadini ed al prefetto perché ha fatto questa cosa senza autorizzazione. Questa amministrazione non può continuare ad avere i piedi in 4, 5 scarpe».
«Si vuole creare il caso. Ne prendiamo atto – spegne la polemia il sindaco Napoletano – Il Comune di Trofarello non ha proceduto alla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali e non potrà farlo perché la legge lo vieta. Abbiamo resistito davanti al Tribunale e abbiamo vinto. Lo abbiamo spiegato diffusamente da settimane. Abbiamo il dovere di ascoltare tutte le parti perché si tratta anche, e sopratutto, di coinvolgere bambini, minori. Parte della nostra Comunità. Ecco il perché della nostra presenza. Violare la legge, l’ho detto dal primo minuto, non è mai stata un’opzione. Assolutamente coerente con il voto alla mozione, dove abbiamo votato contro».