CENTRO – Dopo città come Roma e Milano, anche a Trofarello è stato proiettato il docu-film sull’impresa di Matteo Gamerro, alla presenza di molti cittadini e dei tanti giovani degli oratori di Trofarello e Valle Sauglio. L’intera amministrazione comunale ci tiene a ringraziare Matteo e tutta la sua famiglia per aver accettato l’invito a proiettare il film, presenziando anche all’evento. La comunità è profondamente grata di questo.
«Poter ospitare Matteo è stato un onore per il nostro paese. È un esempio di coraggio, di forza nel voler combattere contro gli ostacoli che la vita ci pone davanti, anche se decisamente difficili – spiega Antonella Zanin – Nella società spesso le persone sono sopraffatte dalla negatività e non riescono a reagire: secondo noi, a maggior ragione, è stato importante dare voce a chi incarna l’amore per la vita, la volontà di poterne godere ogni attimo, nonostante talvolta possa sembrare impossibile farlo».
«Con tutti gli esempi negativi che giungono ai giovani ragazzi e considerate le difficoltà che le nuove generazioni vivono nel quotidiano, anche di carattere psicologico, crediamo che sia stato un dono poter assistere ad un esempio di vita come lui – interviene Stefano Biancardi – Perché Matteo da tanti anni affronta ostacoli enormi, ma nonostante questo non si è mai dato per vinto. Speriamo che i giovani si possano rendere conto che a tutto si può reagire, che occorre rimboccarsi le maniche e crederci per davvero, sapendo trovare nuove prospettive per guardare il mondo da un altro punto di vista quando quello precedente sembra travolgerci».
«Matteo e noi genitori portiamo con piacere la nostra testimonianza: la scelta di condividere il nostro percorso, la scelta di condividere il dolore, che credo vada condiviso per riuscire a sopportarlo – spiegano i genitori di Gamerro – Matteo per primo ha fatto questa scelta: di “metterci la faccia”! Noi lo supportiamo».
Matteo comunica fin dall’inizio della scoperta della malattia attraverso la scrittura. Ad oggi, purtroppo, ha perso la capacità di parlare e muovere gli arti superiori. Fondamentale è rimasta la scrittura, in quanto utilizza un particolare computer sul quale riesce a digitare mediante lo sguardo. Quindi la scrittura è nel tempo divenuta la sua unica modalità di espressione…a parte lo sguardo. L’espressività del sul volto e il suo sorriso sono rimasti saldi, comunicativi, espliciti, coinvolgenti.
«Per scrivere due parole su sabato 25, quando cioè c’è stata la proiezione a Trofarello del film “Si può fare”, voglio partire dalla fine, quando ho visto gli occhi di Giulia…erano belli pesti – racconta Matteo Gamerro che usa un puntatore oculare su uno schermo – Ho chiesto spiegazioni e una volta appurato non essere state lacrime di dolore la causa, bensì emozioni diffuse, mi sono rilassato.
Adoro che il prodotto che avevo pensato dall’inizio risvegli emozioni… Sia la causa di domande e interrogativi…
Io, normalmente guardo la TV con la speranza che riesca a spegnermi il cervello…Quindi se grazie a Thomas, il regista, siamo riusciti a fare un prodotto che desti, almeno per 5 minuti, la coscienza della gente, sono contento vuol dire che abbiamo raggiunto un risultato».