CENTRO – La sezione locale del Movimento 5 Stelle interviene sul ridimenzionamento dei bonus edilizi. «Con un decreto lampo all’indomani delle elezioni regionali il governo Meloni ha contraddetto le promesse elettorali dei 3 partiti di maggioranza, cancellando con un colpo di spugna la cessione dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi – racconta Anna Friscia – Questo metterà in crisi centinaia di migliaia di imprese che si erano fidate dello Stato e i relativi lavoratori del comparto con le loro famiglie.
Cosa significa in parole semplici? Che le aziende che effettuavano i lavori facevano direttamente lo sconto in fattura, cedevano poi il credito fiscale per rientrare della liquidità. Oggi questo non è più possibile.
Già il governo Draghi con una quindicina di interventi normativi, sempre più stringenti, aveva gettato il settore nell’incertezza e nel panico.
La motivazione del ministro leghista Giorgetti non è né chiara né giustificabile, in sintesi afferma “costa troppo”.
Eppure, dal report ANCE 2022 , si legge che per un investimento di circa 38 miliardi, il superbonus ha generato un ritorno economico di 124 miliardi , rappresentando un valore in PIL di oltre il 7%.
l’Italia grazie a questa misura è stato il Paese che ha superato la crisi da Covid meglio di tutti gli altri paesi europei – continua Anna Friscia – La riqualificazione degli edifici realizzata in questi anni con gli incentivi statali ha consentito a centinaia di migliaia di famiglie che ne hanno beneficiato di risparmiare sulle bollette energetiche cifre significative. Ha rappresentato circa il 50% dell’incremento della produzione di energia rinnovabile, consentendo l’abbattimento della domanda di energia da altre fonti, quindi la discesa dei prezzi, la maggiore indipendenza da acquisti da altri paesi.
Lo sconto in fattura rappresentava finalmente l’occasione per il comparto edile di uscire dall’economia sommersa e versare adeguate tasse che hanno consentito un extra gettito di cui ora il governo beneficia.
Per non parlare dei risvolti sull’occupazione e degli extra contributi versati alle casse dell’INPS, lavoratori per i quali oggi bisognerà mettere in conto i sussidi di disoccupazione che sfasceranno i già malandati conti dell’ente previdenziale.
Con gli interventi sugli edifici si è contenuto altresì il consumo di suolo e le spese per servizi e urbanizzazione accessoria facendo risparmiare tantissimo anche agli enti locali.
Gettare alle ortiche una misura con così tanti aspetti positivi solo per motivi politici è uno schiaffo in faccia ai cittadini e alle imprese, nonché un danno economico grave al nostro Paese.
Infine – conclude la Friscia – con maliziosa cattiveria, il governo Meloni pone con questo decreto una ciliegina sulla torta che è il divieto di cedere i crediti anche ad amministrazione pubbliche , come ad esempio la regione Piemonte si apprestava a fare per salvare le imprese strozzate dai debiti assunti in base alle norme di quello stesso Stato che ora mostra la sua faccia più crudele».