CENTRO – Una passione per la natura, la montagna e l’ambiente che la accompagna da quando era giovane e che l’ha portata, con il tempo, ad intraprendere il lavoro di guida ambientale escursionistica. Un lavoro insolito ma affascinante che la trofarellese Laura Matta, ha intrapreso da qualche anno. Condivide questa sua passione con il compagno Davide ed i figli Edoardo e Jacopo. Oltre ad andare per boschi e parchi, forte della sua laurea triennale in biologia, insegna scienze in due istituti professionali di Casa di carità, interfacciandosi quotidianamente con ragazzi di età compresa tra i 14 ed i 19 anni. Nel tempo restante, quando non insegna è guida ambientale escursionistica, iscritta all’Albo della Regione Piemonte dal 2010. Ha iniziato subito a lavorare per il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand. «Frequento il Gran Bosco da quando sono piccola. Andavo con i miei genitori, avendo uma baita di montagna a 1800 metri di altezza, proprio davanti al Parco del Gran Bosco. Ho iniziato a lavorare nel 2010 e dopo ad una breve interruzione per la nascita di mio figlio, ho continuato a collaborare con il parco. Principalmente lavoro in Alta Val di Susa. D’estate lavoro nel parco al punto informativo delle guide e mi concentro principalmente nell’attività di informazione ai clienti che entrano nella parte alta del parco. Abito in quella zona tutta l’estate, circa due mesi. Mi occupo poi di didattica ambientale ne parco tra inizio di marzo e giugno. Subito dopo inizio con i centri estivi e l’informazione al pubblico. Fino a settembre, ottobre mi occupo dei bramiti. Le mie gite sono principalmente faunistiche con spiegazioni relative a lupi, cervi e ungulati del parco, grifoni, aquile e gipeti. Ad ottobre finisco e riprendo con le gite autunnali mentre ricomincia l’insegnamento a scuola. Può capitare che si faccia nel periodo più freddo di effettuare qualche ciaspolata. Mi occupo anche dell’ecomuseo diffuso Colombano Romean che si sviuluppa nel territorio di Salbertrand». La montagna ce l’ha proprio nel sangue? «Si effettivamente. Io sono torinese ma frequento quelle zone da quando ero bambina. Mio papà scalava e quindi questo amore mi è stato tramandato anche dalla famiglia. Vado in questa borgata che si chiama Grange della Valle da quando ero proprio piccolissima. Ho fatto tutte le mie estati in quella baita di montagna. Un luogo senza acqua corrente in casa e senza elettricità. Un luogo che ti riconduce alle cose importanti della vita. Una vita spartana che poi ti rimane dentro. Quando sono cresciuta ho rifiutato quei posti per un po’. La scintilla dell’amore verso la montagna si è riaccesa ai tempi dell’università perché mi avevano proposto una tesi sulle vespe di montagna che inizialmente doveva essere in laboratorio. Ma la prima uscita per la tesi doveva essere in campo e da quel momento mi sono innamorata della natura facendo tutto lo stage tra Monginevro e Ferriere in Alta Vallestura di Demonte. Da questo episodio mi sono poi iscritta al corso di guida naturalistica».
Cosa le piace di più di questo mondo? «Sapere rispondere alle domande che le persone mi fanno. Per me la natura è proprio un punto forte della mia formazione personale che didattica. Mi piace scoprire tutti i vari legami che ci sono all’interno dell’ecosistema montano e poi saperli trasmettere alle persone che non si immaginano lontanamente tante situazioni. Poi mi piace camminare in montagna e l’ambiente di bosco». Cosa le piace di meno? «Oddio mi sento impreparata a rispondere a cosa mi piace di meno. Anche tornare a casa quando ritrovi le comodità della vita di tutti i giorni. Assolutamente è bello riscoprire anche come stiamo bene nel mondo urbano le cose che possono sembrare banali come accendere la luce dall’interruttore». Una trofarellese che vive la natura e la apprezza con amore.