Alle stampe “Eredi di una speranza”,
ultima fatica editoriale di Boris Pesce

CENTRO – Ultimissima fatica editoriale per il trofarellese Boris Pesce. Alle stampe “Eredi di una speranza”, casa, scuola, lavoro dei figli degli immigratia torino dal 1945 al 1990. Con una doppia laurea in filosofia e in scienze politiche ed un passato da consigliere comunale negli anni 90, Boris lavora nel pubblico, al comune di Collegno, occupandosi di laboratori didattici e si dedica agli studi del mondi operaio e di tutti gli aspetti legati all’immigrazione di quella classe operaia che ha fatto crescere la Torino industriale e non solo. Anche questo libro, come i precedenti, è il frutto delle sue numerose ed intense ricerche. «Si tratta di una ricerca che si inserisce nel filone di studi sull’evoluzione storica delle migrazioni interne ed è motivata dal fatto che la storiografia si è occupata molto della prima generazione di immigrati a Torino negli anni ’1950-‘70, c’è invece poco sul destino lavorativo e scolastico dei loro figli – spiega Pesce – Si approfondiscono nello specifico le loro carriere lavorative e scolastiche attraverso l’analisi di variabili come le reti sociali, l’inserimento nel lavoro, l’influenza delle famiglie, le aspirazioni sociali, la condizione abitativa, l’identità.


L’ipotesi è che l’immigrazione influenzi la stratificazione sociale dei figli, aspetto interessante anche in riferimento all’attuale situazione migratoria italiana.
Si parte da fonti statistiche ma, al fine di approfondirle in aspetti ad esse difficilmente accessibili, come la soggettività di scelte inerenti il lavoro, l’istruzione, l’identità (regionale, sindacale, politica, religiosa), si studiano fonti orali utilizzando il metodo della microstoria.
Emerge un quadro in cui l’istruzione, influenzata dal percorso residenziale, influenza a sua volta il percorso lavorativo. Inoltre, accanto ai valori familiari e culturali spicca l’importanza delle scelte personali, della prospettiva generazionale, della creazione di una nuova identità che nasce dall’incontro con la realtà torinese, con i movimenti politici e sindacali, con le reti di relazioni. La ricerca conferma pertanto gli studi che sostengono il peso, anche se non sempre negativo, della condizione di figli di immigrati sulla stratificazione sociale». La presentazione ufficiale del libro in autunno.

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