CENTRO – Cinque ucraini ospiti della scuola Balme, attigua Casa di Riposo Trisoglio. È il primo caso in Piemonte di un’iniziativa organizzata con la mobilitazione diretta e coordinata di più amministrazioni comunali. «La missione, partita nella serata di venerdì 11 marzo con un viaggio di più di 40 ore di autobus fra andata e ritorno. A coordinarla il consigliere regionale Davide Nicco che ha trovato la disponibilità di 8 sindaci ad accogliere i profughi ucraini scappati dai bombardamenti». I Sindaci coinvolti sono: Giorgio Albertino (Carignano), Ivana Gaveglio (Carmagnola), Silvio Cerutti (Osasio), Luca Pochettino (Pancalieri), Angelita Mollo (Poirino), Ugo Baldi (Santena), Stefano Napoletano (Trofarello) e Francesco Prinicipi (Villastellone). «È intervenuto il Console onorario di Ucraina a Torino, Dario Arrigotti – spiega il sindaco Stefano Napoletano – Il tutto è nato in una chat di WhatsApp di sindaci della zona sud di Torino. Il consigliere regionale Nicco ci ha informato che avrebbe potuto organizzare un viaggio fino ai confini dell’Ucraina, grazie a dei benefattori, per poter portare qui da noi delle famiglie fuggite dalla guerra. Bisognava decidere in fretta. Mi sono confrontato da subito con il consigliere capogruppo De Biasio e l’Assessore al sociale Tiso. Abbiamo interpellato immediatamente alcune strutture e organizzazioni attive nell’assistenza e nel sociale a Trofarello e abbiamo da subito ricevuto un feedback positivo. Non ci abbiamo pensato su due volte e abbiamo aderito nel giro di pochissime ore. Dopo la raccolta di generi di prima necessità a cui la popolazione ha risposto in maniera esemplare, come Comune volevamo dare da subito il buon esempio anche sul tema dell’accoglienza, non rimanere indifferenti rispetto alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Ucraina – continua Napoletano – Domenica sera nel punto di ritrovo prestabilito in Santena era presente una delegazione trofarellese composta da me, l’assessore Tiso, il consigliere De Biasio, Suor Giuliana della Congregazione delle Suore degli Infermi di San Camillo e il nostro comitato locale di Croce Rossa capeggiato dal presidente Luca Ercole. Insieme a loro i sindaci e le delegazioni degli altri sette comuni della zona.
L’arrivo del bus è stato un momento molto toccante, quando hanno messo piede a terra è partito un lungo applauso e quando abbiamo constatato la giovane età dei profughi mano a mano che li vedevamo siamo scoppiati tutti in lacrime. Non ci conoscevamo, ma una volta assegnati a noi dall’organizzazione ci siamo abbracciati in modo molto spontaneo. A Trofarello abbiamo il piacere di ospitare la famiglia più numerosa di quelle arrivate: nonna, mamma, due ragazzi e due bimbi: 14, 9, 5 e 2 anni. Neppure un uomo è sceso dal bus, loro sono rimasti in patria a combattere e a formare la resistenza contro la Russia.
Il bimbo di due anni era stremato dal viaggio, oltre venti ore di bus, piangeva molto. La famiglia è ospitata presso la Scuola dell’Infanzia Balme di via vittorio veneto, accanto alla Residenza Trisoglio. Alle 21 di Domenica le Sorelle gli hanno servito la cena. Con Emilia Tiso ci siamo dati appuntamento con questa famiglia l’indomani dopo le 9 di mattina per iniziare le pratiche burocratiche previste per i rifugiati, ma dormivano ancora. Non possiamo nemmeno immaginare cosa abbiano passato. Ci hanno raccontato che erano giorni che non dormivano. Siamo poi ritornati più tardi. Io invece non ero riuscito a dormire la notte prima, pensavo al bimbo di due anni, e prima dell’incontro sono passato ad acquistare alimenti più adatti per un bimbo della sua età, quaderni e matite. Questa famiglia è una di quelle che non hanno avuto il tempo di preparare la fuga da Kiev, sono stati i bombardamenti a farli andare via, senza la possibilità di portarsi dietro nulla. Sono saliti su un bus senza sapere la destinazione.
Da lì in avanti è stato un atto corale della fantastica Comunità di cui facciamo parte: da subito l’interessamento della Caritas e di moltissime persone che vogliono contribuire al bene di questi ragazzi. Anche il Maresciallo Chiolo della nostra locale stazione dei Carabinieri ha mostrato una estrema umanità nel dialogare con questa famiglia per espletare gli accertamenti di legge. La Croce Rossa sempre presente; martedì mattina ci ha accompagnato al Foro Boario per permettere alla famiglia di eseguire la profilassi e le vaccinazioni. Ringraziamo Il Gruppo Trasmissioni Protezione Civile, con cui di recente l’Amministrazione ha sottoscritto una convenzione per la sicurezza del territorio, che ha messo a disposizione i letti per ospitare la famiglia in pochissime ore. Non ultimo il grande atto di amore delle Sorelle di Via Vittorio Veneto, di Suor Valeria e Suor Giuliana. Non ho le parole adatte per esprimere quello che provo.
Abbiamo appreso che un’altra famiglia è arrivata negli ultimi giorni a Trofarello: mamma e bimba di quattro anni. Continueremo per il futuro a fare il possibile per dare il nostro contributo ed integrare i bambini per tutto il tempo che rimarranno. La nostra Comunità si è arricchita dei pianti di Nikita, dei sorrisi del piccolo Ilià, dell’atteggiamento premuroso del cinquenne Dania e del grande Matue, che a 14 anni ha il peso di essere lo zio di tutti i bimbi della famiglia.
Sul sito internet del Comune le modalità per esprimere la propria disponibilità ad accogliere una famiglia che scappa dalla guerra».