LIVORNO – Livorno in festa in occasione del bicentenario della nascita di Don Bosco. In questi giorni, alla presenza di personaggi di massimo rilievo dell’universo salesiano, tra i quali Don Pascual Chavez – ex leader dei salesiani di tutto il mondo – si stanno svolgendo una serie di incontri.
Alle celebrazioni ha partecipato anche il Sindaco Gian Franco Visca, in rappresentanza della nostra città, che così tanto è legata alla storia salesiana.
Trofarello ha un legame molto speciale con i salesiani di Livorno.
È il 19 gennaio 1915, cent’anni fa dunque, quando don Tommaso Masera, natio di Trofarello, inizia la sua opera nel quartiere Colline di Livorno. Un compito non facile. Fervente attività religiosa, alla quale affianca l’impegno di una minuziosa raccolta di fondi, destinata alla costruzione di una nuova Opera salesiana, da erigersi in una zona che, ai tempi, era popolata ma un po’ lontana dal centro della città.
Il 3 novembre del 1928, nove anni dopo la benedizione della prima pietra, il vescovo di Livorno benedice la chiesa dei Salesiani, denominata Tempio della Vittoria e della Pace, intitolandola al Sacro Cuore di Gesù, in ricordo dell’oratorio festivo affidato ai Salesiani sin dal 1898. Il giorno seguente, anniversario della fine della Prima Guerra mondiale, nella chiesa viene celebrata, proprio dal nostro Don Tommaso Masera, divenuto direttore della comunità religiosa livornese, la prima messa.
Così, grazie all’operato dell’instancabile Don Masera, è sorta la monumentale chiesa del Sacro Cuore di Gesù, divenuta parrocchia il 29 gennaio 1932.
Don Masera è stato ricordato con affetto dalla numerosa schiera di salesiani presenti a Livorno, in suo onore si è tenuto un concerto e gli è stato intitolato un giardino. I discendenti della famiglia Masera hanno portato come omaggio alla comunità livornese alcuni prodotti tipici locali, una riproduzione in argento della chiesa parrocchiale, mentre il sindaco Visca ha donato, oltre ad alcuni libri su Trofarello, la copia dell’atto di nascita di don Tommaso Masera estratta dagli archivi comunali.
Sandra Pennacini