Centro – Tanto si è discusso in questi giorni, a livello nazionale, della norma – ora congelata – “salva Berlusconi”.
Partendo da questo e dalle innumerevoli volte in cui sono state emanate norme che parevano scritte apposta per questo o quello, un volto ormai noto ai trofarellesi, Umberto Romano, prende carta e penna e decide di scrivere a Renzi per presentare la sua norma, il “salva Romano”.
Ricordiamo chi è Umberto Romano : sessantanni, ex-dipendente della Codebò, è disoccupato dal ‘99. In casa sono in quattro: lui, la moglie e due figli. Tutti privi di stabile occupazione.
Non si perde d’animo Umberto e pur di non venire risucchiato nel vortice dell’inerzia, anticamera della depressione, da anni presta volontariato gratuito pulendo le strade e i giardini di Trofarello, nell’attesa di un lavoro che non arriva mai.
Ma certamente questo non basta per tirare avanti. E così si reca all’INPS, per verificare se, come e quando potrà, finalmente, avere una pensione.
Ha 60 anni, 27 anni di contributi. La pensione sociale, per quanto misera, un miraggio da qui ai prossimi cinque anni. Per la pensione “vera” occorrerebbero 42 anni di contributi. Un traguardo impossibile.
Ed ecco allora l’idea. Una visione, forse, ma con un fondamento di logica ed equità sociale innegabile.
27 anni di contributi lui, 12 anni di contributi la moglie; i figli rispettivamente tre e due anni di contributi. Allo stato attuale nessuno della famiglia ha la benchè minima speranza di percepire la pensione, nè ora nè mai. “Basterebbe mettere insieme gli anni di contributi di tutta la famiglia – spiega Romano – per ottenere una pensione, una sola, ma che basterebbe a garantirci di sopravvivere dignitosamente. Per come stanno le cose tutti questi anni di contributi che sono “usciti” dal mio nucleo familiare, che sono proprio tanti considerati tutti insieme, non ci torneranno mai in tasca. Voglio quindi proporre a Renzi che faccia una norma che permetta di cumulare i contributi di tutta una famiglia. Noi siamo in quattro e non troviamo lavoro; messi tutti insieme avremmo i contributi per una pensione che permetterebbe di garantirci dignità”.
Fanta – previdenza? Forse, ma che mette il dito in una piaga sempre più diffusa in questo pesante periodo di crisi. Perdere il lavoro troppo giovani per la pensione, ma troppo “vecchi” per poter ritrovare un posto di lavoro. Senza prospettive, senza soluzioni. Solo tanti, tanti anni di lavoro e contribuzione fagocitati da un sistema che, evidentemente, non ha tenuto conto di questo tipo di evenienze.
Noi di Città abbiamo deciso di dare visibilità a questa idea. Ora sta alle forze politiche. Chi si sente di supportare il signor Umberto a sviluppare e portare all’attenzione delle alte sfere il “salva Romano”, che potrebbe essere davvero un salva-famiglie?
Sandra Pennacini