CENTRO – Tra interviste esclusive, (noi di Città non le facciamo perché l’informazione è un diritto e la circolazione delle notizie è un dovere da non precludere a nessuno), dichiarazioni e smentite, tutti si chiedono cosa farà il sindaco Visca alla prossima tornata elettorale.
«La mia prima elezione risale al 26 novembre 1972. Sono entrato in Consiglio comunale come opposizione. Sono andato avanti quasi senza interruzioni in questo comune per tutti questi anni – esordisce Gian Franco Visca – Io ho considerato sempre il momento amministrativo come una missione, un volontariato, dedicato al cittadino e al suo territorio. Questa attività mi ha permesso di migliorare la conoscenza del territorio in cui abitavo. Sono stato assessore nel 1998 nella giunta Turato, ma è un periodo di cui non ricordo nulla di positivo. Dall’immobilismo di un assessore arrivò una crisi con il Partito Socialista ed andammo in opposizione. Durante l’amministrazione Cortassa, di cui ho fatto parte, si crearono dei contrasti sul Piano regolatore che ebbe 150 osservazioni e venne creato il gruppo “Per Trofarello” che è al Governo dal 2001. Siamo al ventesimo anno. Noi abbiamo fatto tantissime opere, c’è stato un percorso lungo, ma la città ha ancora bisogno di tantissime cose. In una Italia che cambia deve cambiare anche Trofarello. I bisogni dei cittadini sono diversi. Occorre che la politica e gli uomini che si dedicano a questa missione siano uomini aperti e lungimiranti. Devono capire quelli che sono i veri bisogni dei cittadini. I partiti oggi hanno un valore relativo. Questo noi dobbiamo fare. Una delle cose migliori che è stata fatta per esempio è la trasformazione del punto vendita degli agricoltori nel punto “Il quadrifoglio” che non vende nulla ma dona servizi, consigli e aiuti. è uno spazio in cui ho creduto ed in cui molti dei miei collaboratori hanno creduto. Il periodo che abbiamo attraversato è stato terribile e sono stato aiutato da molti. Chi prenderà il mio posto deve ralizzare un progetto trovando un gruppo di persone che sappia essere oltre le cose, verso la persona. Le cose non possono essere dimenticate. Scuola, buche, strade sono doveri dell’amministrazione. Questo è ciò che deve essere fatto. Ho potuto fare tante cose. Senza andare oltre i limiti il territorio è cresciuto. Oggi Trofarello ha bisogno di attenzione ai giovani, l’esempio dei murales sui muri pubblici ne è un esempio. Abbiamo pochi punti gioco per i bambini, attrezzare in sicurezza i giardini. L’assistenza alla scuola o gli aiuti dall’unione dei comuni sono doveri dei comuni. Il futuro dovrà essere basato su una maggiore attenzione. Io mi riconosco in questo progetto e quindi penso di poter portare la conoscenza dei bisogni, la mia conoscenza tecnico-amministrativa e la conoscenza del territorio». Quindi Visca dove si vede? Presidente del consiglio o assessore? «Se il sindaco che sosterrò mi vorrà sarò a disposizione. Sono un Democristiano ed ho questo tipo di impostazione. Ad insegnarmi a fare politica è stato un frate che mi ha insegnato il principio del rispetto della persona. Per qualcuno sono stato duro ma questa fermezza è stata necessaria. Come quando ho licenziato Bruno e Grazini. Non si possono superare le misure». Visca mi perdoni… si candida o no? «Se mi vorranno». E se non la vorranno? Se il gruppo dicesse: diamo una svolta e lasciamo fuori Tomeo e Visca… Lei cosa farebbe? «Io userò tutte le mie conoscenze e le mie possibilità per sostenere questo gruppo da cui nascerà la figura del nuovo candidato a sindaco. Questo gruppo è in grado di esprimere una leadership. è un gruppo di persone molto coeso e molto importante nel paese. Non credo sia giusto buttare via tutto della vecchia squadra. Ho però detto di essere a disposizione. Sono pronto ad aiutare, ma se il segnale sarà di un completo rinnovamento io starò fuori. Non sarò mai un danno per il mio candidato sindaco. Attenzione. Non sono disponibile ad un assessorato esterno. Non dimentichiamo la mia età. Ho ben 78 anni». Passiamo alle cose fatte. Di cosa va fiero il sindaco Visca fra le cose realizzate nel suo decennale? «Sono tante. Certamente forse l’aver completato la scuola Rodari e aver mantenuto, fino ad ora, aperta la scuola di Valle Sauglio. Una battaglia vinta. Penso che anche per il futuro si potrà mantenere questa cosa. Il Covid ci ha insegnato tanto. Ho lavorato poi molto per realizzare il nuovo ospedale ai confini con Trofarello, possibilità che si rende ancora più forte oggi che la città della salute avrà 4, 500 posti in meno. L’ospedale unico deve essere fatto e deve essere fatto in quel luogo».
La pecca che sente di avere, un errore o un’ammissione di colpa? «Forse non essere riuscito a fare capire al resto della giunta, a sensibilizzare, che le opere realizzate devono essere mantenute. Se c’è una cosa per cui mi batto il petto è proprio una disattenzione verso la manutenzione dei beni. La manutenzione è indispensabile». Una cosa che avrebbe voluto realizzare e non c’è riuscito? «Una nuova illuminazione con una nuova tecnologia a led. Mi sarebbe piaciuto rifare tutta l’illuminazione pubblica. Il progetto era stato anche approvato ma non siamo riusciti a dare gambe ai lavori. Oggi però si deve mettere in primo piano la persona».