CENTRO – Il gruppo 10 marzo si mobilità a favore dei due triestini impegnati nell’aiuto ai migranti. «All’alba del 23 febbraio scorso, la polizia ha fatto irruzione nell’abitazione privata di Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, dell’Associazione Linea d’Ombra di Trieste, sequestrando cellulari, libri contabili e altro materiale.
Lorena e Gian Andrea che da anni lavorano attraverso azioni di solidarietà nei confronti dei migranti provenienti dalla rotta balcanica, in viaggio da anni, respinti più volte, spesso picchiati, torturati (prevalentemente afghani, siriani e pakistani), sono accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. La nota diramata dalla Questura li associa ad “un’organizzazione criminale, finalizzata all’ingresso e al transito in territorio nazionale di immigrati irregolari, a scopo di lucro” … un’accusa infamante ed estremamente grave. . Questo avviene perché c’è un’ambigua e mai chiarita formulazione della Direttiva Europea sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che non chiarisce la differenza tra tratta, traffico di esseri umani e aiuto umanitario – spiegano al gruppo 10 marzo – Ma cosa lega Trofarello a Trieste, Oulx, Ventimiglia e a tutte le zone di confine?
Lorena e Gian Andrea li abbiamo conosciuti in “Dove Bisogna Stare” un film prodotto in collaborazione con Medici Senza Frontiere e che il gruppo 10 Marzo ha voluto proiettare nel 2018 durante un incontro pubblico alla presenza del regista Gaglianone. Il film racconta e documenta l’esperienza di alcuni volontari impegnati a titolo volontario nell’accoglienza.
Ci lega l’idea di una società nella quale i confini sono aperti e dove le persone si prendono cura delle altre per puro sentimento di fratellanza senza alcun tornaconto. Dove la parola solidarietà mantiene un significato profondo.
Solidarietà dimostrata più volte in questi ultimi mesi da comuni cittadini di Trofarello, Grugliasco, Chieri che ci hanno permesso, grazie alla loro generosità, di consegnare alimenti, abiti, giocattoli, medicine al Rifugio Massi e a Casa Cantoniera di Oulx, a Rainbow4Africa con destinazione Ventimiglia e al comitato Torino per Moria con destinazione prima al Campo di Moria in Grecia e poi al Campo di Lipa in Bosnia.
Ci chiediamo come sia possibile che seduti davanti ad un giudice ci siano persone accusate di solidarietà e non coloro che picchiano, torturano, limitano la libertà di movimento, costruiscono muri invalicabili di mattoni e filo spinato Dovremo proprio iniziare a capovolgere questa idea distorta di giustizia.
Noi del gruppo 10Marzo abbiamo iniziato a manifestare e rendere visibile il nostro disappunto, la nostra indignazione esponendo ai nostri balconi, alle nostre finestre, ai nostri portoni di casa cartelli e striscioni di solidarietà a Lorena e Gian Andrea.
Rendiamo visibile la nostra indignazione e diciamo no al tentativo di criminalizzare la solidarieta’.
Trofarello e’ un paese solidale e allora facciamo uscire dalle nostre case tanti cartelli e tanti striscioni. Rendiamo visibile la nostra indignazione. la solidarieta’ non e’ un reato. La solidarieta’ e’ un valore che esprime un sentimento di fratellanza».