CENTRO – Terzo podio consecutivo del campionato italiano di Ciclo Cross, disputato a Sovizzo in provincia di Vicenza, per il trofarellese Simone Veronese. 45 anni di adrenalina pura. 50 minuti di corsa più un giro che lo hanno incoronato per la terza volta consecutiva il corridore di ciclo Cross più veloce d’Italia. Il tempo necessario per giocarsi una gara, una stagione, un campionato ed essere coronato il migliore corridore di ciclo cross.
«Si tratta del terzo campionato italiano di ciclo Cross che vinco di fila. Dal punto di vista tecnico posso dire che abbiamo corso su un terreno molto fangoso ed è stata una gara molto dura. Come al solito la gara si è sviluppata in 50 minuti più 1 giro. Durante tutta la gara, combattutissima tra me, Davide Montanari, e Ivano Favaro. Durante tutto il percorso ci siamo sfidati noi tre. Poi, a due giri dalla fine, sono riuscito ad allungare il passo e ho primeggiato con un distacco di 30 secondi su Davide Montanari e di circa due minuti su Favaro».
Simone Veronese abita a Trofarello da una vita e da 20 anni vive a Valle Sauglio. è tecnico di macchine automatiche per la pulizia industriale dei pavimenti, ma ha una grande passione per lo sport ed una irrefrenabile spirito di competizione. Tanto da diventare campione regionale e nazionale di Ciclo Cross amatoriale. «Ho sempre amato spingere il mio fisico al massimo, arrivare primo. Da bambino giocavo a calcio, non avedo dei buoni piedi ma grazie al mio fisico correvo, giocavo, prendevo palle, intercettavo giocate, insomma mi davo da fare. Ho giocato in prima e seconda categoria. Ho giocato a Trofarello, Pralormo, Chieri dalla prima alla terza categoria. Poi ho deciso di dedicarmi alla bicicletta che comunque era uno sport che mi piaceva. Una specialità che mi permette di allenarmi intensamente per tre mesi, da novembre a gennaio – spiega Veronese – Durante il resto dell’anno non mi alleno più di un’ora al giorno. Quanto basta per essere in piena forma ad ottobre quando inizia la stagione di ciclo Cross. Il Ciclo Cross richiede molta abilità nella guida. Si corre su percorsi disegnati e delimitati su prati. Non necessariamente vi deve essere un dislivello notevole. Possono esserci anche dei percorsi cittadini o all’interno di una cava». Come ti è cambiata la vita con il coronavirus? Come ha inciso il COVID-19 sulla tua attività sportiva? «Effettivamente il Covid ha condizionato abbastanza la mia attività sportiva. I miei allenamenti si sono molto limitati e anche a livello di gare possiamo dire che si sono svolte pochissime gare. Ho fatto solo quattro gare mentre gli altri anni in questo periodo ne avevo già disputate una ventina».