Peiretti, scrittore contro il bullismo

CENTRO – Impegnato nella scuola ed in un certo tipo di editoria impegnata il trofarellese Stefano Peiretti, per la giornata contro il bullismo, racconta il proprio impegno contro questa piaga sociale. «In occasione della giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo, sia come scrittore di temi sociali sia come docente e informatico, ci tengo a richiamare tutti quanti a riflettere su questo fenomeno che continua a peggiorare di giorno in giorno. Gli ultimi dati che sono stati pubblicati sono allarmanti: il 61% dei giovani afferma di essere vittima di bullismo o di cyberbullismo nel 2020, e il 68% di esserne stato testimone – esordisce Peiretti – Quotidianamente assistiamo a notizie che riportano episodi di brutalità e di prevaricazione che si consumano tra i ragazzi. Un segnale che fa molta paura a noi docenti, agli psicologi e ai pedagogisti, è l’età media dei ragazzi coinvolti che si abbassa sempre di più. A chi mi chiede cosa possiamo fare posso rispondere di ascoltare i ragazzi, sedersi a tavolino e dialogare con loro sfruttando tutto il tempo possibile. Noi adulti siamo troppo indietro rispetto ai nostri ragazzi e purtroppo prendiamo consapevolezza del fenomeno solo quando le cause sono lampanti ai nostri occhi, quando succede il fatto irreversibile. Quando ci accorgiamo che i nostri ragazzi sono entrati in un vortice senza fine, e forse sono entrati a contatto persino con giochi virtuali quali Jonathan Galindo o Blue Whale, ormai è troppo tardi.
Da quando è iniziata questa emergenza sanitaria, i nostri ragazzi si sono trovati da soli tra le quattro mura domestiche e non hanno avuto la possibilità di tornare a tempo pieno nel luogo di formazione primario che è la scuola. Molte volte si son trovati privi di relazioni funzionali e lasciati ore e ore da soli di fronte ai videogiochi e ai social network. Il periodo covid ha inoltre creato in questi ragazzi un malessere psicologico che va dalla depressione alla rabbia che di giorno in giorno li ha pervasi. Tutto ciò ha spalancato le porte al cyberbullismo e a tanti altri avvenimenti, quali atti autolesivi e tentativi di suicidio, di cui ancora oggi continuiamo a essere spettatori impotenti. Sul web e sulle piattaforme utilizzate dai nostro ragazzi serpeggia il malessere della nostra societa. I giovani non sono più in grado di costruire relazioni sane e i bulli si sentono legittimati ad agire verso i più deboli, credendosi superiori agli altri senza percepire le loro azioni come violente, senza pensare alle conseguenze che derivano dall’utilizzo improprio dei social e delle chat. Ma anche i bulli sono ragazzi incapaci di gestire la rabbia e la solitudine ed è da qui che nasce la voglia di sopraffare gli altri. Chiaro che scuola è la realtà più coinvolta per il bullismo e il cyberbullismo, ma non è dalla scuola che nasce il disagio adolescenziale.
Reputo fondamentale e doveroso proporre a tutti di costruire una rete fondamentale per parlare di questi temi che troppo spesso diamo troppo per scontato – conclude Peiretti – La battaglia contro bullismo e cyberbullismo va combattuta dai docenti, da formare opportunamente, in alleanza con le famiglie. Tutti insieme dobbiamo ascoltare i nostri ragazzi e aprire loro gli occhi sui pericoli del web, ma soprattutto dobbiamo imparare come intercettare e comprendere i primi segnali dei disagi adolescenziali».

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