La volpe, gli alberi ed il verde pubblico

Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. «Questo paese ha un rapporto di odio e amore con la natura» esordisce la mia volpe martedì mattina. Chi ti ha messo in mente queste idee? «Ho messo un post su Facebook e mi sono fatto suggerire l’argomento». Cos’hai fatto? «Mi hanno fatto notare che spesso ci si dimentica del verde in questa città. O meglio, ci si ricorda di esso solo quando diventa pericoloso. Gli alberi vengono abbattuti quando rischiano di cadere. L’erba viene tagliata tardivamente e quando si piantano degli arbusti accanto ad un monumento ci si dimentica di bagnarli per poi farli morire di sete. Come è successo ai tre pinetti piantati in onore dell’Arma dei carabinieri e delle vittime di Nassiriya in piazzale Sussio. E poi abbandonati al loro destino e seccati da tempo. Non mancano esempi di alberi abbattuti e non sostituiti». Ma cosa dici mai? rimbrotto la mia volpe. «Solo in settimana sono stati tagliati due ippocastani nel parco dell’asilo Steli». Ma erano gravemente malati. «Ma chi lo nega. Solo che bisogna piantarne degli altri. E poi bagnarli ed accudirli». Chi ti dice che non sarà fatto? «Dì… io sono volpe e conosco i miei polli… mi porto avanti col lavoro».

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