Quello che state per accingervi a leggere è l’edizione numero trecento di Città. Trecento, avete letto bene. Per trecento settimane di seguito dall’11 ottobre 2012 siamo entrati nelle vostre case per informarvi e raccontarvi quello che succede in questa vivace comunità. Sono stati anni intensi e di grande crescita. Crescita professionale ed organizzativa. Sono stati anni in cui il giornale è entrato nel cuore dei lettori. Parlando di tutto, cercando di essere obiettivi ed imparziali, senza evitare di mostrare i denti a chi ha provato ad imitare i format video per far passare propaganda elettorale come servizi di Città o ha criticato ingiustamente il nostro operato. Arte, cultura, politica, storia, fede, società, scuola, economia e commercio. Abbiamo cercato di avere un occhio attento su tutto quello che accadeva in città. Certamente evitando di andare a controllare se i tombini fossero liberi o tappati prima dei temporali, non è questo il compito dei giornali. Per questo non ci toccano gli attacchi personali fatti al direttore di questo giornale dai leoni da tastiera, allevati nell’ambito dei social, che si permettono di fare considerazioni del tutto soggettive sulla bellezza e la bruttezza dei cronisti di questo network. C’è già passata Giovanna Botteri da questi attacchi mediatici, ci passiamo anche noi. Una medaglia in più. Così abbiamo tenuto botta alle minacce ricevute per la campagna contro il gioco d’azzardo di un paio di anni fa. Il compito dei giornali è garantire la libertà di informazione e la circolazione delle idee e del pensiero. E questo facciamo e faremo in futuro. Durante il lockdown l’impegno si è moltiplicato per quattro ed oltre alla consueta edizione pdf sono stati realizzati circa 100 servizi video ed una dozzina di dirette per la trasmissione della Messa che hanno portato nelle case dei trofarellesi le funzioni della Settimana Santa. Non sarebbe male naturalmente per il futuro avere un aiuto economico all’altezza delle energie e delle professionalità spese. Città infatti distribuisce tutte le settimane 2000 copie di carta del settimanale, a fronte di una cinquantina di abbonati paganti. I numeri si moltiplicano per due per i lettori che seguono Città su WhattApp, grazie al rapporto diretto con l’editore che, credo renda più difficile far spallucce e restare indifferenti. Ma un bilancio di trecento edizioni credo potrebbe permettermi una maggiore autonomia economica, tanto più che con i tempi che corrono gli introiti pubblicitari non promettono nulla di buono. Il mio desiderio sarebbe riucire a vivere del mio lavoro. Credo sia legittimo oltre che corollario imprescindibile della mia dignità di giornalista. Ora l’edizione cartacea si interrompe per i mesi estivi per ricuperare le forze. Ci rivedremo a settembre per proseguire questa avventura insieme. Roberto D’Uva