Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. Anche questa settimana la mia volpe se ne è stata rintanata in casa. Riesce quindi a comprendere poco di tutto quello che sta succedendo in città. Volpe è rimasta molto colpita da quanta brava gente esista in questo piccolo centro. «Allora – esordisce – Ci sono persone che vogliono darsi un gran da fare e rispondono ad ogni genere di appello. In sequenza ci sono coloro che comprano una roulotte per vecchi amici caduti in disgrazia ritrovati dopo 30 anni, coloro che versano migliaia di euro per acquistare mascherine ed aiutare i soccorritori, chi compra tonnellate di derrate alimentari per i poveri, chi versa piccole cifre per aiutare il vicino di casa, e ancora chi acquista letti ed altri strumenti per gli ospedali ed anche chi posiziona scatole e vasi colorati alla fermata dell’autobus scrivendo “chi può metta… chi non può prenda”. Spiegami una cosa – si fa tutta seria la volpe – Ma voi umani avevate proprio bisogno di un virus per scoprire il lato più umano di voi umani?».Un giro di parole su cui vale la pena riflettere.