Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. Anche questa settimana la mia volpe se ne è stata rintanata in casa. Ormai non esce praticamente più. Insieme a me resta a casa. Un uccellino le ha detto però che c’è ancora troppa gente in giro, chi con una scusa, chi con un’altra. Lo stesso uccellino parla di un numero di contagiati a tre cifre. Ora… la volpe è insopportabile ed anche male informata. «E questa ricerca spasmodica ed anche un po’ macabra dei numeri dei malati di questo Covid 19? – mi rimprovera la volpe – Questa fame di numeri è stupida. Siete malati. Ma cavolo. Nel cervello siete malati! Volete stare a casa? Non bastano i morti della casa di riposo Trisoglio. Non bastano gli appelli dei medici e degli infermieri? Sperate di non finirci nei numeri. State a casa. Non sfidate la sorte. Non sfidate la natura e l’ira del Virus». Oggi io sto a casa. Non so voi. Su Netflix ci sono un sacco di nuove serie Tv, ci sono sempre i libri e questa settimana mi sono reiscritto all’Università. On line naturalmente. Ho sempre desiderato imparare l’inglese.