Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. Questa settimana siamo stati in prossimità del ponte di Valle Sauglio. «Dimmi un po’ – esordisce la mia volpe – Da quanto è che stanno facendo questo ponticello?». «Oddio, è qualche mese… mi pare… non so… ma a te che interessa… dicono che ci siano stati disguidi con la rete telefonica che non ha ancora riposizionato i tubi dove far correre i sottoservizi di rete». «Ehi, ehi, ehi. Non correre. Che vuol dire? Che centra il telefono con la strada?» mi chiede la mia volpe. «Come siete complicati voi umani. Quando manca una gallina nel pollaio stai tranquillo che la colpa, i contadini la danno sempre a noi volpi. E noi ce ne assumiamo tutte le responsabilità. Invece voi umani se c’è un ritardo cercate sempre di dare addossare la responsabilità a qualcunaltro. Il tempo, la neve, la burocrazia, l’operaio distratto, il clima che cambia. L’ente nazionale guidato da manager inarrivabili… Dimmi un po’ ma lo sai che i lavori nella nuova piazza Europa sono in ritardo di sei mesi?» mi incalza la volpe. «Sì. Mi hanno spiegato che è colpa della burocrazia e poi in inverno non si fanno i lavori esterni» rispondo. «Ah certo merlo, vai va… che la burocrazia stasera ti fa sparire una gallina».