Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. Questa settimana siamo stati impegnatissimi con corsi di aggiornamento. Tanto che siamo stati costretti a lavorare incessantemente sabato e domenica per chiudere il giornale lunedì sera. «Ecco bravo – esordisce la mia volpe – Studia che lo studio fa bene e aumenta la tua professionalità. Ma poi cerca di ricordare qualcosa di quello che studi. Che voi umani tendete a dimenticare tutto. Che poi sulla carta siete anche bravi. Vi siete inventati anche la Giornata della memoria. Ma poi che combinate? Siete gli esseri viventi con i maggiori mezzi per ricordare come i libri, le memorie ottiche, l’arte, le università, gli studi, la storia. E siete gli unici esseri viventi che commettono sempre gli stessi errori ripercorrendo continuamente la stessa strada, con le stesse angherie verso i più deboli ed indifesi. Noi volpi, ma generalmente noi animali, tendiamo ad imparare le lezioni che studiamo sulla nostra pelle. Se un contadino ci spara quando andiamo in un pollaio è difficile che ritenteremo la stessa sorte ripresentandoci nella stessa cascina – mi racconta la volpe lasciandomi impietrito – Ma va là che vi fate sempre pescare con le mani nello stesso barattolo della marmellata. Curatela meglio sta’ memoria, pollastri».