CENTRO – Sul continente dei Koala e dei canguri finalmente piove. Ma fino alla settimana scorsa una tremenda siccità ed una serie di incendi apocalittici hanno messo a dura prova il popolo australiano. A Melbourne, da 11 anni, si è trasferito roberto Gianisella, informatico trofarellese, che ci ha spiegato l’angoscia in cui hanno vissuto negli ultimi mesi gli australiani. «Il problema di Melbourne è stato in particolare il fumo che ha coperto il cielo diverse volte. La situazione poi si è sgonfiata grazie alle piogge. L’Australia è abituata agli incendi. Considerando le grandi estensioni di foreste ogni anno si verificano incendi ma quest’anno è stato il peggiore in assoluto per durata ed estensione degli incendi. Nel 2009 si era già verificato un incendio terribile con oltre 120 vittime. Da quell’anno ci sono stati dei miglioramenti per quanto riguarda la prevenzione e quest’anno i morti sono stati molti di meno. Perché non si riescono a domare gli incendi? Voi pensate all’estensione territoriale dell’Australia e delle sue foreste. La parte bruciata equivale all’estensione dell’intera Inghilterra. Una volta che divampa un incendio diventa difficilissimo domarlo. Non si possono spegnere con idranti ma devono essere utilizzate tecniche particolari. I vigili del fuoco incendiano altre zone di foreste per eliminare il carburante che serve all’incendio per terminare la sua corsa. L’eccezionalità è data anche dal clima degli ultimi mesi che ha fatto registrare una terribile siccità che si protrae da settembre. La foresta è secca e quindi estremamente soggetta a prendere fuoco. Inoltre ci sono molte specie di piante australiane che contengono olio. Pensate all’eucalipto che è ricchissimo di questi olii. Una volta che questi alberi prendono fuoco bruciano molto più velocemente degli altri alberi. La politica australiana in questo momento è sotto accusa perché i politici non hanno agito quando era ora, dieci anni fa. Già nel 2009 un report prediceva che nel 2020 ci sarebbero stati incendi di queste dimensioni a causa del riscaldamento globale. Quindi i politici avrebbero dovuto stanziare più finanziamenti per prevenire gli incendi. Questo report è stato ignorato e non è stato fatto nulla. Inoltre l’Australia è uno dei pochi paesi occidentali che non ha sottoscritto gli accordi sulla riduzione del CO2 a causa dei suoi grandi interessi nello sfruttamento delle miniere di carbone. Il gruppo politico che in questo momento amministra, che è quello più vicino agli interessi degli imprenditori che sfruttano le miniere, è sotto accusa per ciò che è accaduto. Hanno promesso di stanziare più soldi dopo una serie di manifestazioni nel paese. Vedremo come andrà a finire».