CENTRO – Il consueto appuntamento con i corsi e i docenti di “Insieme per Conoscere” prosegue il suo cammino. È il turno di Fernanda Cabrini – laureata in Filosofia, ex insegnante di Lettere, ora in pensione – che si occupa del corso intitolato “Biodanza sistema Rolando Toro” (lo psicologo antropologo che ha ideato il sistema).
«Ho incontrato Biodanza alla fine degli anni Ottanta – racconta Fernanda – e subito mi ha colpito per la sua novità (si lavora col corpo, la musica, l’emozione). L’ho praticata per anni e, quando a Torino nel gennaio 2000 è nata la scuola di formazione degli Operatori (che dura tre anni, più il tempo che ognuno impiega per fare un tirocinio e uno scritto monografico), mi sono iscritta, ottenendo il titolo nel giugno 2003. Da allora ho sempre condotto gruppi settimanali e stages».
La Biodanza (danza della vita, dal termine greco biòs) è definita come un sistema di sviluppo umano. È un’attività che si svolge in sessioni di gruppo, in cui vengono proposte specifiche sequenze di esercizi intesi a stimolare qualità umane come la gioia di vivere, lo slancio vitale, la sensibilità alla vita, la comunicazione affettiva e intima, il risveglio del piacere, la connessione ai propri istinti, l’espressione creativa ed emozionale attraverso il corpo.
«I benefici – dice Fernanda – sono sia un maggiore benessere a livello psico-fisico, sia la possibilità di imparare a vedere la vita cambiando il punto di vista, puntando su ciò che di positivo possiamo incontrare e costruire. E’ un percorso di crescita personale che passa attraverso il movimento corporeo, movimento pressoché libero, indotto da musiche di vario tipo».
Di questa attività non si sente parlare spesso, eppure la sua diffusione è tutt’altro che trascurabile. “L’attività, comprese le scuole di formazione, è diffusa in tutti i paesi europei, in America Latina, in Giappone e anche Sudafrica. In Italia, in quasi tutte le Regioni ci sono scuole di formazione e quindi Operatori che conducono gruppi. Il mio gruppo di Trofarello comprende quindici iscritti, intensamente partecipi, e ne sono molto soddisfatta”. Ennesimo corso dagli esiti positivi, così come quelli che abbiamo visto nelle settimane precedenti. E la soddisfazione di Fernanda non passa solo per il successo dell’attività, ma anche per la sua comprovata utilità. «L’aspetto maggiormente positivo della Biodanza è che si vedono le persone crescere e stare meglio, cambiare qualcosa nella propria vita, rendendola più serena e soddisfacente. Questo porta benefici anche a chi conduce, perchè sente che il suo lavoro porta qualcosa di buono nel mondo e migliora la vita».
Infine, Fernanda sottolinea una criticità, sulla quale sprona a riflettere. «L’aspetto più difficile è che chi non conosce Biodanza pensa si tratti di ballo e magari non si avvicina. Inoltre, dato che si prende con se stessi un contatto più profondo di quello cui in genere si è abituati, e gli uomini sono meno disponibili a questo rispetto alle donne, quindi si avvicinano meno, in generale si tende a essere restii a questo tipo di attività».
Davide Lucchetta