Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. Domenica scorsa l’ho portata a fare una passeggiata sulla pista ciclabile di Cambiano. Tre chilometri immersi nel verde tra il cimitero di Cambiano e la frazione Madonna della Scala. La mia volpe, a cui prima o poi dovrò dare un nome, non stava nella pelle. Non gli pareva vero di poter scorrazzare su una pista utilizzabile solo da bici e pedoni. «Guarda che bella pista! Guarda che bella pista! Guarda che bella pista!» continuava a ripetermi. «Guarda che anche a Trofarello c’è una bella pista ciclabile che da Valle Sauglio raggiunge il centro su tutta via Torino». «Ma di che parli? Del marciapiede costellato di paletti di ferro antiintrusione, di quella striscia pavimentata con gli autobloccanti al centro della quale spesso ci sono pali della luce o delle inserzioni pubblicitarie o sempre dello stesso lembo di terra dove c’è una concentrazione di piombo da far invidia agli incroci delle strade più trafficate di Torino? Ma dai, smettila – mi rimprovera la volpe – Che a Trofarello non c’è la cultura della bici. A Trofarello vi piace solo giocare a calcetto ed in particolare farvi la doccia negli spogliatoi, dopo la partitella del venerdì. Non scherzare». La mia volpe è davvero maligna.