Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. L’altra sera l’ho portata a fare una passeggiata sulla collina. La mia volpe ama cantare alla luna. Gli rispondono le lucciole, ad intermittenza, con brevi e ritmati bagliori. Eravamo soliti andare a fare una passeggiata a metà viale, dalle parti di via Palere, dove era rimasto l’ultimo campo scosceso, impervio e ricco di brulicante erba. “Ohi-bò – mi dice la volpe – qui non c’è più natura ma solo cemento. Ma non mi avevi detto che i tuoi amici umani non avrebbero costruito più e si sarebbero limitati a recuperare le tante case diroccate in città? Via Roma, via Torino, Valle Sauglio sono piene di case fatiscenti. Perchè altro cemento nuovo? Io dove andrò a cantare alla luna?” Come sempre cado dalle nuvole. Ma io sono un ingenuo. E perché mezza collina sia stata mangiata dal cemento proprio non lo so. Ma davvero questo è il nostro contributo alla natura? Speriamo che Greta Thunberg non passi di qua, altrimenti sai che culo che ci fa…