Centro – La pretesa di far pagare l’iva alle Autoscuole a partire dal 2014 è un pasticcio tutto Italiano. Un problema non da poco visto che l’agenzia delle entrate vorrebbe il pagamento dell’Iva con effetto retroattivo, a partire dal 2014, per intenderci. Città ne ha parlato con Barbara Germano, insegnante di scuola guida presso l’agenzia di Trofarello. Barbara ci racconti quello che è successo. «Per fare un richiamo alla mitologia greca, le autoscuole si sono ritrovate nell’Ade per una Risoluzione dell’AdE (Agenzia delle Entrate). A parte la battuta, facciamo un po’ di storia – esordisce la Germano – Tutto parte da marzo 2019. La Corte di Giustizia Europea si esprime eliminandoci dalle categorie esentate dall’Iva, non ritenendoci attività con le stesse caratteristiche di scuole o università. L’Agenzia delle Entrate emette perciò una Risoluzione, datata 2 settembre, che ci annovera tra i soggetti sottoposti a questa tassa. La nota “imbarazzante” per le conseguenze, è che si considera una retroattività dal 2014».
Quindi cosa succederebbe?
«Essendo l’Iva a carico del consumatore finale, sarebbe dunque necessario richiederla a tutti i clienti passati. Le aziende dovrebbero poi fare un minuzioso calcolo di tutti gli acquisti aziendali per le detrazioni, tenendo conto che le strategie di spesa si sono sempre basate su un regime esente». Come pensano di agire le scuola guida?
«Il 18 settembre, a Roma, vi è stato uno sciopero nazionale, a cui hanno aderito anche coloro che non si sono potuti assentare da casa, attraverso la serrata dell’attività. La nostra autoscuola ha optato per questa soluzione, visto il periodo delicato per i problemi di famiglia. Le considerazioni sono tante. La reintroduzione dell’Iva comporta sicuramente un forte aggravio per la clientela, in un momento di recessione economica, anche se l’Italia è uno dei Paesi con i minori costi per la patente, che in Germania può arrivare fino a 3000 euro. La categoria si sente screditata dalla Sentenza europea, essendo attività dal forte valore sociale ed educativo nei confronti dei giovani, anche se poter scaricare le spese, primo fra tutti il veicolo, può essere sicuramente positivo.
L’unico serio problema è la retroattività: le autoscuole, quasi tutte a gestione familiare, potrebbero dare al fisco più di centomila euro ad azienda e con la crisi attuale si rischia la chiusura immediata e tanti lavoratori a spasso».