Questi primi sei mesi del 2019 sono stati per me estenuanti. Gestire da solo un giornale, per quanto piccolo come la Città, mi esaurisce giorno dopo giorno ed arrivo a giugno senza forze. Questi primi sei mesi dell’anno sono stati anche caratterizzati da un profondo ed intenso lavoro di ristrutturazione del sistema Città. Acquisizioni di nuovi programmi per rendere più fruibili i contenuti media che lanciamo sui social, una collaborazione con una importante agenzia pubblicitaria trofarellese per un restyling della testata e dell’intero impianto grafico del giornale che sarà pronto per la ripresa di settembre, un intenso lavoro di mediazione e reperimento fondi per dare alla casa editrice una nuova sede, più funzionale, in modo da dare dignità al lavoro che svolgiamo con passione, magari non più in una fredda mansarda, dove fino ad oggi è stata svolta questa attività. A coronare questa prostrazione c’è stata la perdita per la strada di alcuni collaboratori che operavano sulle testate del circondario e la resistenza dei politici a farci entrare in territori dove non ci conoscono e quindi ci temono. Oddio – penso – non ci conoscono e creano barricate e se ci conoscessero? Beh, se ci conoscessero lavoreremmo come a Trofarello. Con qualcuno che rema continuamente contro, senza dare notizie che vengono date ad altri giornali. Ecco mi sento come un migrante che cerca fortuna in altri paesi e si vede costruire muri davanti agli occhi. Frutto dei soliti pregiudizi. Il tutto ha reso la macchina editoriale più lenta, stanca e scarica di entusiasmo. Ma il segreto di Città è proprio questo. Essere inviso ai notabili ha permesso a Città di sviluppare una caratteristica tutta propria, poche notizie dal palazzo e molte notizie della gente comune. Questo permette a Città di pubblicare ogni settimana 2000 copie interamente distribuite, 800 pdf tramite e-mail ed ora anche 400 Pdf tramite WhatsApp. Video con almeno 1000 visualizzazioni ogni volta che ci affacciamo a Facebook. Numeri che gli altri giormali locali si sognano. Ve lo dico…ve lo ricordo… me lo ricordo, per aumentare la mia autostima e cercare di uscire da questa fase buia del mio umore. Fase buia alimentata, in questo preciso momento, da una terribile gastrite che mi tiene piegato sulla scrivania e che, solo per passione per questo mestiere e senso del dovere, mi impedisce di convincermi a saltare questa ultima uscita. Certamente a settembre torneremo con il consueto entusiasmo e la rinnovata necessaria determinazione, con le barricate spianate. Buone vacanze. Roberto D’Uva