CIMAVILLA – Poco più di una mezza dozzina di bare a cielo aperto, proprio fuori dal portone d’ingresso del campo 4 del cimitero capoluogo. Le 7, 8 bare stazionano fuori dal cimitero. Una rete di quelle per delimitare i cantieri ne nasconde la vista ma non appena si supera la barriera, percorrendo il viottolo che costeggia il muro di cinta per raggiungere Belvedere, le casse da morto sono ben visibili impietose e malsane. Le bare sono, in parte, maldestramente avvolte in grandi sacconi di iuta recanti la stampigliatura “rifiuto speciale”. Ma può un rifiuto speciale restare alla mercé ed alla vista di chiunque? Negli anni scorsi il cimitero è stato oggetto di un gran numero di esumazioni e questi residui devono essere il frutto di questa operazione, in attesa della rimozione, per un corretto conferimento ad un centro di raccolta e trattamento dei rifiuti speciali.
Il sindaco Visca prende le distanze dai sacchi aperti. «I lavori di esumazione sono iniziati il 9 aprile. Il materiale di risulta da queste esumazioni era stato sigillato a regola d’arte. L’ufficio cimiteriale ha le prove del corretto svolgimento dei lavori – commenta Gian Franco Visca – Sono state scattate delle fotografie che provano che le bare sono state chiuse nei sacconi in modo corretto così come prevede la prassi. Si tratta di capire chi possa essere andato a manomettere i sacchi sigillati. Quell’angolo dietro al cimitero viene utilizzato solitamente per il posizionamento delle bare esumate. è proprio un angolo deputato per questo scopo. Questo luogo viene utilizzato a rotazione proprio per questo lavoro. è innegabile che qualcuno abbia aperto i sacchi per chissà quale malsano proposito».