STAZIONE – Piazzale Europa, l’emblema del degrado cittadino, abbandonato, bistrattato, maltenuto e maltrattato dai vandali oggetto negli ultimi temi di un progetto di riqualificazione, si trasforma in un soggetto politico diventando un blog su internet dove discutere e far crescere un sentimento popolare. «Tutto è iniziato mercoledì 5 dicembre 2018, durante una riunione a Trofarello, al Centro Marzanati, dal titolo: “Un Partito. Di Sinistra”. In quella serata si è parlato (fra altre cose) della difficile strada per creare una forza politica unitaria fra le persone e i gruppi che si riconoscono nei valori e nella storia di quel che si usa (ancora) definire “la Sinistra”. E già questo giro di parole per arrivarci dice parecchie cose sull’argomento – spiega Gianluca Mantoani – Al di là della vicenda raccontata in quella occasione, l’organizzazione della serata ha riunito un gruppetto di persone che, qui a Trofarello, condivide alcune considerazioni di base. Innanzitutto che quell’insieme di valori, di storie, di punti di vista, di conquiste che hanno modificato la vita di tutti, esiste e continua a suscitare, a livello privato e personale, interesse, pensiero ed emozione; che però a quell’emozione privata non corrisponde più un discorso pubblico condiviso; che senza un discorso condiviso non c’è modo di condividere pensieri e riflessioni e di fare crescere, assieme, un punto di vista comune. Di fare Politica insomma. Che sulle ragioni di somiglianza e comunanza vengono fatte prevalere (e finiscono in ciascuno di noi per prevalere) le differenze, le distanze, le distinzioni; che a causa di questo stato di cose nella vita pubblica, politica, culturale e sociale, c’è uno spazio muto il cui silenzio risulta per tutti noi ormai assordante ed insopportabile; che almeno qui, “a casa nostra”, intendiamo reagire e riempire questo vuoto col pensiero, la voce e anche coi fatti e che, per fare questo, bisogna mettersi con santa pazienza a leggere, informarsi, discutere insieme, non si devono evitare i temi su cui la si pensa diversamente ma anzi, proprio su quelli, insistere e approfondire le ragioni contrarie non per cercarne – a priori – il vizio, ma per scoprire quello che c’è da imparare, il punto di vista che ci mancava. Bisogna proprio fare tutta questa fatica per costruire un pensiero in comune perché solo con un pensiero in comune si può avere una voce comune. Perché una voce comune serve molto di più delle voci di ciascuno di noi». Ma tutte queste cose hanno dato luogo a qualche sviluppo?
«Queste persone hanno continuato a parlarsi, nelle settimane successive, e giovedì 28 febbraio, (all’inizio del Carnevale, ed è una bella coincidenza), si sono ritrovate nuovamente e hanno deciso di costituirsi in un gruppo e di organizzarsi per colmare il vuoto con un pensiero e una voce comune.
Ci siamo dati un nome collettivo, di gruppo: Piazzale Europa. E ci siamo dati, per iniziare, uno strumento di discussione condivisa e pubblica, un blog, che si chiama: “Piazzale Europa. Persone, luoghi, Politiche”. (Questo blog, visitabile all’indirizzo: http://piazzaleuropa.blogspot.com/)». Progetti futuri?
«Presto ci daremo delle altre cose: un regolamento, degli impegni, delle iniziative. Per intanto abbiamo un’obbiettivo: rompere col silenzio, coinvolgere con la voce». Ma la vostra è una operazione elettorale?
«Assolutamente no. Vorrei che fosse chiaro che non c’è alcuna dietrologia elettorale. Non si tratta del solito lavoro di “chiamata alle armi” di quando comincia a riavvicinarsi la scadenza delle amministrative. Qui il nocciolo è mettersi insieme a condividere un percorso di conoscenza e discussione. Insomma a “parlare di politica. Ma tirando a capirsi.
Primissimo impegno di discussione?
«Da poche ore è stato pubblicato sul blog Iil lancio della discussione sul tema stranieri che grazie ad una serie di interventi costituirà un dossier stranieri . Si tratta di una categoria che negli ultimi anni è stata a lungo centrale nel discorso pubblico in Italia, sia quello strettamente politico e sia, più in generale, nello spazio dell’informazione, della cronaca e della comunicazione sui social media. Anche noi di Piazzale Europa, nell’affrontare la questione, ci siamo inconsapevolmente ritrovati “schiacciati” (per così dire) sui temi imposti negli ultimi anni dalle destre al discorso pubblico italiano, per cui la questione #stranieri si è presentata in modo del tutto naturale ai nostri occhi principalmente come la questione dei migranti, da declinare logicamente secondo le urgenze dell’accoglienza, del diritto di asilo, dell’integrazione, dei problemi dei rifugiati. Tuttavia, basta pensarci un poco su per vedere chiaramente che il tema è più ampio. Anche numericamente, l’esperienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo, non è il fenomeno più importante che riguarda la vita dei cittadini stranieri sul nostro territorio. E prestare questa attenzione significa anche, per noi, non permettere che altri ci impongano una percezione emergenziale e securitaria della categoria “stranieri”. Innanzi tutto dobbiamo ricominciare a guardare coi nostri occhi e pensare con la nostra testa».