CENTRO – Trofarello aderisce alla campagna “L’Italia che resiste” con un ideale catena umana che sabato pomeriggio ha circondato il municipio per un simbolico abbraccio di solidarietà ai migranti che sfuggono a fame e guerre. Nonostante la neve, una cinquantina di cittadini hanno partecipato alla manifestazione contro il razzismo e la xenofobia di sabato 2 febbraio. In tutto il territorio nazionale sono state quasi 300 le manifestazioni unite sotto la bandiera de “L’Italia che resiste”, un movimento partito da Torino che è stato in grado di coinvolgere migliaia di persone in tantissime piazze. «L’obiettivo è di resistere alle scelte inumane di chi vorrebbe lasciar morire in mare chi scappa dalla guerra, fame e povertà e di chi interrompe i percorsi di assistenza e integrazione. Per protestare contro il decreto sicurezza del governo, il razzismo e i respingimenti delle navi che soccorrono migranti in mare» commentano i portavoce del gruppo “10 marzo 2018” che insieme all’Anpi hanno adottato e lanciato l’appello del movimento “L’Italia che resiste”. «Abbiamo voluto testimoniare in questo modo la nostra disapprovazione a questo modo di gestire il problema – spiega Luca Eandi – Non si gestiscono i problemi lasciando la gente in mare. Noi siamo per l’umanità». «Se fossimo nati in Somalia, Nigeria o altri stati dell’Africa saremmo in altre condizioni – commenta Adriana Cortassa – Sono nata dalla parte giusta del mondo, ma se fossi nata dall’altra parte avrei avuto meno diritti di quelli che ho qui in occidente. Ci deve quindi essere una restituzione di diritti verso chi non ne ha. Non è possibile pensare che quello che abbiamo è nostro. La terra è di tutti per questo dobbiamo fare in modo che tutti abbiano le condizioni per vivere su questa terra. Finchè non sarà raggiunto questo obiettivo ci saranno sempre guerre e morti». Servizio video integrale sulla pagina Facebook di la città di Trofarello.