Il Vincitore è sempre solo: alle stampe l’ultimo thriller del trofarellese Marino Fracchioni

CENTRO – Dopo “I servi del silenzio” e “I servi del silenzio – Codice Parsifal”, a dicembre Marino Fracchioni, esperto di intelligence e autore trofarellese, ha dato alle stampe quello che si preannuncia l’ennesimo thriller investigativo, che non mancherà di entusiasmare, dal titolo “Il vincitore è sempre solo”.
Fracchioni, ha pubblicato il suo terzo libro, scritto sulla scia di un’indagine realmente condotta. Ci anticipa qualcosa sulla trama?
«Il libro parla di prostituzione minorile, una grave piaga sociale di grande attualità che spesso culmina in omicidi e casi di femminicidio. Fatti di cui sono piene le cronache dei giornali e dei telegiornali. La storia si svolge tra Torino, Milano e Ginevra, i protagonisti sono Victor ed Emi: lui un’esperto di intelligence investigativa, che ha fatto della lotta contro il male il suo scopo nella vita, lei una giornalista che suo malgrado si trova ad affiancarlo, rimanendo profondamente coinvolta a livello personale, professionale ed emozionale».
Nel libro si racconta di giovani vite spezzate e private della spensieratezza che meritano. Perchè secondo lei accade?
«A mio parere ci possono essere molti motivi che portano un minorenne a prostituirsi, che sia maschio oppure che sia femmina. Credo che di base ci siano delle violenze, sia fisiche che psicologiche che inducono la vittima a farlo, tra cui la paura, il ricatto, i soldi facili, le minacce, il fallimento della società e della famiglia».
Nel romanzo si pone l’accento sulla genitorialità e sulla grave crisi di identità che c’è tra i ruoli e l’incapacità di osservare, conoscere e poter intervenire nella vita dei propri figli, proteggendoli e salvandoli da queste trappole d’oro, che promettono soluzioni, denaro, ma che nascondono spesso un unico destino di morte. Quali condizioni sociali sono alla base di questo problema?
«Grazie alla cronaca, ai telegiornali e altri mezzi di comunicazione si scoprono queste tragedie. Il sesso con una/un minorenne è un concetto che serpeggia nella fantasia malata di molti uomini, poi ad incrementare i crimini ci sono i films porno, il sesso facile e le condizioni sociali. Dovendo fare una analisi della situazione troviamo le grandi organizzazioni criminali che sfruttano le ragazzine e i ragazzini. In questo ambiente, troviamo molte minorenni che provengono dall’Africa, dall’Indonesia e dalla Russia. Poi ci sono le famiglie povere provenienti dai ceti sociali più infimi, a cedere, chiudendo tutte e due gli occhi, per una manciata di denari. Infine c’è la bestialità del genere umano come quella dell’uomo austriaco che ha tenuto segregata la figlia per decenni, abusandone sessualmente. Non posso dimenticare il caso Fritzel, oppure sempre seguendo la cronaca italiana, mi viene in mente il delirante Pacciani. Le vittime, se va bene si pagano la libertà dopo decenni di schiavitù, se va male, si perdono le tracce. Per questo e tante altre cose ammiro uomini come Victor».
Il libro si ispira a un’indagine reale, che credo abbia condotto lei. Quanto Marino è Victor, il protagonista?
«Identificarmi in Victor sarebbe un onore per molteplici motivi. Preferisco lasciare al lettore tutte le conclusioni, leggendo i tre libri pubblicati può farsi una sua opinione. Come scritto nel romanzo, Victor lo si ama oppure lo si odia, non ci sono vie intermedie»
Lei si occupa realmente di intelligence investigativa. Il compito di condurre un’indagine porta sicuramente della frustrazione. Voi assicurate il malvivente alla giustizia. I processi e la burocrazia fanno poi il resto, e non sempre trionfa la giustizia. Quanto crede e quanto ha fiducia nelle istituzioni?
«La frustrazione è la costante di tutti quelli che conducono indagini, non importa di quale indagine stiamo parlando. Una volta eravamo in saletta e stavamo facendo le trascrizioni delle intercettazioni. Non potrò mai dimenticare la sensazione di impotenza e di disagio nell’ascoltare le suppliche di una ragazzina che veniva violentata da un parente, mentre scrivevo queste frasi di lei: “No…no mi fai male…(Nome), ti prego mi fai piangere…aiuto”. Aveva nove anni. In quel momento, se fosse stato presente il violentatore, tutti gli operatori e ripeto tutti, lo avrebbero linciato. Ho fiducia nella giustizia, ma il codice penale è talmente complicato, farraginoso e complesso che a volte non trionfa».
Parliamo di romanticismo, di Victor ed Emi, la protagonista femminile. Lui si occupa di indagini lei di giornalismo. Due professioni che se messe al servizio con etica, possono veramente porre fine alle atrocità e sensibilizzare, lanciando messaggi sociali di prevenzione importanti. Questa sinergia fa nascere anche una storia d’amore?
«No, non c’è nessuna storia concretizzata, qualche bacio nel romanzo e niente più. Solo ammirazione da parte di Victor per una giornalista che si lascia coinvolgere, seppur in un contesto a lei sconosciuto. Victor l’ammira perché, a differenza di altre persone, Emi è intelligente e pronta a mettersi in gioco senza paura e senza pregiudizi».
Che messaggio vuole dare con il titolo “Il vincitore è sempre solo”?
«Difficile da spiegarsi il titolo, viene dall’anima e dal cuore. È la sintesi del finale del libro, dove vediamo una Emi messa da parte, sconfitta dagli intrighi del potere e dagli interessi di persone influenti della “Torino bene”».
Anche per questo libro è in programma una presentazione in Biblioteca a Trofarello?
«Ho chiesto ai responsabili della biblioteca. Non ho ancora avuto delle risposte. Spezzo una lancia a favore dei dipendenti che sono veramente lodevoli e volenterosi. Ho chiesto anche alla biblioteca di Moncalieri, e in questo caso mi hanno confermato per il 30 maggio la presentazione di tutti e tre i libri. Seguendo l’iter e anticipando i tempi, pubblicando a dicembre, sono riuscito ad avere una presentazione nella biblioteca di Gassino per il 12 aprile. Ho avuto la conferma di una presentazione a Roma sempre ad aprile, data prevista sabato 27 aprile».
Dove è possibile acquistare il libro?
«Sono uno scrittore sconosciuto e le grosse case editrici non investono su sconosciuti, quindi mi sono affidato ad Amazon. Con gli altri due libri va bene, soprattutto con la versione digitale leggibile su tablet».

Caterina Cortassa

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