L’intervista video che ha preceduto l’incontro con Mina Welby al centro culturale Marzanati, raccolta da Stefano Francescon, paladino dei diritti di Trofarello.
Mina Welby in città per parlare della disposizione anticipata
di trattamento
Ieri sera, martedì 13 marzo, si è svolta la serata dedicata al Testamento Biologico e alle nuove disposizioni anticipate di trattamento. Sala piena e molta attenzione ai temi che si stavano affrontando.
A Mina Welby sono state rivolte diverse domande più di carattere personale. Una fra tutte la storia di suo marito Piergiorgio Welby. E poi ancora l’emozione vissuta con l’approvazione della nuova legge sul Testamento biologico che consente appunto di richiedere tramite certificazione ai comuni la volontà in merito alle disposizioni anticipate di trattamento. «La Welby ha sottolineato come questa legge crei un nuovo rapporto fra pazienti e medici – spiega Stefano Francescon – Silvio Viale, dirigente medico dell’ospedale Sant’Anna di Torino, che si occupa da lungo tempo di questo tema, ha risposto a come la legge venga applicata negli ospedali. Il sanitario ha spiegato come procede l’iter burocratico e cosa possono fare i medici. Soprattutto ha sottolineato il fatto che non esista una vera e propria obiezione di coscienza perché un medico ha il dovere di curare una persona ammalata in ogni modo. Molte le domande dal pubblico, diversi gli interventi personali nel ringraziare entrambi gli ospiti.
E’ stata una serata anche ricca di emozioni quando Mina Welby ha raccontato il suo impegno come presidente dell’associazione Luca Coscioni (malato di SLA che ha scelto di fondare questa associazione sulla libertà di ricerca scientifica). Ovviamente non sono mancati gli stimoli alla politica ad avere più coraggio per iniziare a parlare di suicidio assistito. Entrambi i relatori, protagonisti della serata, hanno concordato sul fatto che in Italia non esista una legge di questo tipo, piazzando il belpaese molto indietro rispetto a paesi d’Europa come Olanda, Belgio e anche Svizzera che non fa parte dell’Europa ma che utilizza la pratica del suicidio assistito da vent’anni. Sicuramente emozionante aver visto il coraggio e la determinazione di Mina Welby che ha incollato alle sedie il pubblico con il suoi vissuti personali» commenta Francescon.
Ma questo incontro ha avuto anche dei risvolti pratici sul piano locale? «Certo. Questa serata è anche servita per chiedere al comune di Trofarello di adeguarsi alle normative vigenti che chiedono ai comuni di Istituire il registro per il testamento biologico, cosa che deve essere fatta per legge così da consentire ai cittadini che ne fanno richiesta di essere trascritti sul registro. Viale ha sottolineato che a Torino è presente da anni e che molte sono le persone che hanno scelto di iscriversi al registro.
Anche le domande sono state molto importanti. Si è parlato di cure delle persone ammalate, esperienze personali, storie di famigliari che hanno subito il dolore e la sofferenza delle malattie».
Alla fine della serata Stefano Peiretti ha chiuso con una frase di Piergiorgio Welby che ha fatto commuovere Mina la quale ha ringraziato per essere stata invitata all’iniziativa.
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