CENTRO – Ha una vita travagliata in cui ha affrontato con coraggio e molta fede le numerose avversità dellla vita. Rossano Giorello, 54 anni, trofarellese d’origine, è candidato per il Popolo della Famiglia nel collegio di Settimo ed Ivrea al Senato.
Giorello si presenti.
«Sono divorziato, con un ragazzo di 22 anni. Attualmente sono tornato ai vecchi amori professionali e faccio il rappresentante alimentare nella grande distribuzione. Ho vissuto molto a Trofarello da cui mi sono allontanato quando mi sono sposato. Ma sono ancora molto legato a Trofarello».
Come è arrivata al Popolo dela Famiglia?
«Ho incontrato sulla mia strada l’avvocato Gianfranco Amato che mi ha stimolato nella sua battaglia contro il Gender. Ne avverto la pericolosità. Volevo capire come era fatto un uomo per sopportare tutte le angherie che ha patito questo signore in virtù della sua missione politica.
Ascoltandolo mi sono fatto convincere. Il Popolo della Famiglia nasce in risposta alle unioni civili che riteniamo non siano giuste. Per fermare questa deriva antropologica mi sono messo in discussione. Dopo i due Family Day Adinolfi, Amato e Di Matteo hanno percepito che la presenza cattolica distribuita nelevarie formazioni politiche è sostanzialmente ininfluente. Il loro peso è uguale a zero e così si è deciso di costituirsi in movimento politico di ispirazione cattolica. Il Movimento è presente nei 97 collegi presenti. Io impropriamente sono stato scelto come capolista nel collegio di Settimo e Ivrea.
Mi pare che gli altri candidati siano scollegati dal tessuto sociale. Il destino mi ha riservato una storia particolare. Sono passato da ottime entrate economiche ad uno stato di quasi povertà. Ma sono grado a questo destino perché ho capito tante cose della vita. Da sostenitore di una associazione di volontariato a utente come beneficiario di pacchi alimentari, dovuto al mio destino. Ringrazio Dio per queste esperienze. Gli uomini che toccano il fondo hanno la capacità di capire i dolori celati nel silenzio e nella paura del giudizio. Quando il Signore decide di scommettere su qualcuno lo fa sempre con coraggio. Ecco perché ho scelto il popolo della famiglia. Siamo il dono gratuito di un uomo ed una donna. Di un padre ed una madre. I bambini non si comprano. La famiglia è diventata un centro nevralgico. Nella famiglia ci sono nascosti i bisogni della società.
Anche il termine Popolo mi affascina. Penso di far parte di questo popolo italiano che presto, visto le tendenze demografiche, è destinato a sparire fra qualche anno».
5 punti per cui si batterà?
«Ci batteremo per il reddito di maternità, la battaglia contro la deriva antropologica del Gender, riuscire a normare le immigrazioni selvagge e fiuori controllo, riformulare le dinamiche delle tasse in base al nucleo familiare poi noi siamo contro la disposizione anticipata di trattamento, noi siamo per la vita dalla nascita alla morte naturale».
Ci dica tre suoi pregi.
«Non ne ho neanche uno. So solo di essere arrivato così in fondo da sentirmi oggi un uomo migliore rispetto a quello che ero. Quando hai in po’ di fede il chiavistello dell’umiltà è abbastanza disponibile. Mi piace dare attenzione a tutti. Ho imparato che tutti meritano la tua attenzione». Ci dica tre suoi difetti.
«Parlo tanto, altri non riesco a trovarli»
Perché gli elettori di Settimo ed Ivrea dovrebbero votarla?
«E’ un bel salto nel vuoto perché non mi conoscono. Non avrebbero nessun motivo per votarmi, spero che io possa raccogliere pur non avendo seminato.
Andrò a farmi conoscere dove posso e se incrocerò lo sguardo di qualcuno e potrò confrontarmi con qualcuno porterò quello che sono. Cercando di infastidire il meno possibile».