CENASCO – «L’annuncio fatto la settimana scorsa dall’Assessore Regionale alla Sanità Antonio Saitta sul fatto che sono stati trovati i soldi per la costruzione del nuovo ospedale è un grande risultato per Moncalieri, Nichelino, Trofarello ed i quaranta Comuni dall’Asl To5. La realizzazione di un ospedale unico in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini è un obiettivo di cui tutta la zona aveva il bisogno – spiega il sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna – L’area, la zona Cenasco, è stata da tempo individuata, i soldi per partire ci sono. Si tratta di un percorso in cui abbiamo creduto da sempre, consapevoli della necessità di subordinare gli interessi di campanile al raggiungimento di un grande obiettivo comune: creare un ospedale moderno, efficiente, facilmente raggiungibile che possa consentire di superare le strutture oggi in piena attività. Lavoreremo ancora per portare avanti il progetto e garantire il futuro del diritto alla salute dei nostri cittadini. Quando le istituzioni lavorano insieme, come in questa occasione, sono in grado davvero di guardare avanti». Ma se la notizia ha provocato reazioni positive sul territorio della cintura sud, che aspetta l’opera da anni, non si può dire altrettanto da parte delle opposizioni in Consiglio Regionale.
Giorgio Bertola, Consigliere Regionale M5S del Piemonte affida ad una sua dichiarazione poi fatta propria e divulgata da tutte le formazioni locali del M5S.
«Anche noi di Trofarello diffondiamo le parole del nostro rappresentante regionale Bertola» commenta Anna Friscia. «Nel corso del Consiglio regionale straordinario sull’edilizia sanitaria sono stati usati toni trionfalistici sull’investimento che la Regione affronterà per l’ospedale unico ASL TO5 nel territorio di Moncalieri e Trofarello. Dichiarazioni colme di entusiasmo anche da parte del sindaco Montagna che tuttavia, insieme alla giunta regionale, dovrebbe rispondere prima ad una serie di domande – spiega Giorgio Bertola – Due anni fa la regione stendeva uno schema di intesa con ASLTO5 nel cui protocollo si individuavano delle aree con precisi criteri di buon senso come la qualità del suolo, la raggiungibilità del trasporto pubblico e l’impatto ambientale. Tuttavia un anno dopo veniva scelta l’area Cenasco di Moncalieri e Trofarello che presenta gravi criticità relative in primo luogo al consumo di suolo, parametro portante nel protocollo, completamente dimenticato nella scelta di un’area agricola privata quando precedentemente erano state candidate aree industriali dismesse e già bonificate.
Montagna dovrebbe quindi illustrare perché il Comune di Moncalieri non ha ancora adottato gli atti richiamati dalla delibera regionale dell’ottobre del 2016.
L’area prescelta comporta infatti l’uso di suolo non edificato e privato e le compensazioni, che venendo meno agli impegni presi, non sono ancora state deliberate dall’amministrazione comunale, sono del tutto fittizie: prevedono infatti 8 ettari di recupero di cui i primi due volti a ridestinare all’uso agricolo un’area attualmente coltivata ma destinata a parcheggio, perché compresa nel vecchio progetto di una fermata ferroviaria a Testona. Progetto che non ha mai trovato compimento e, di conseguenza, non attuabile per trasformare quell’area. Gli altri 6 ettari vengono recuperati dalla variante collinare che, osteggiata dagli stessi alleati del Sindaco Montagna, ha iniziato il suo iter nel 2012, quindi indipendente dall’ospedale.
La variante collinare recupera 47000 mila metri, per cui ne mancano 13 mila all’appello. La maggior parte delle aree recuperate, però, sono a forte rischio idrogeologico: non si sarebbe già potuto costruire. Quella parte di suolo è quindi già recuperato dal 2012 ed è inaccettabile che questa compensazione venga usata anche per i calcoli sul nuovo ospedale.
E’ stata fatta una commissione congiunta, doveva esserci un approfondimento ma non abbiamo mai visto nulla se non, a distanza di tre mesi e dopo aver richiesto l’accesso agli atti, un’analisi monca che racconta e aggiunge poco – conclude Bertola – Su tutta la questione del nuovo ospedale del’ASLTO5 chiediamo quindi maggiore chiarezza e trasparenza e soprattutto che la discussione venga ricondotta alle competenze del consiglio regionale».