Nell’ottobre 2012, dopo un anno di assenza e riposo forzato, dalle ceneri della Gazzetta Trofarellese, nasceva il settimanale “La CIttà di Trofarello”. Oggi a 5 anni di distanza siamo arrivati all’edizione numero 200.
200 numeri di Città sono, penso, un bel traguardo. Inutile dire che questo giornale lo sento e lo vivo come se fosse un terzo figlio. Un figlio cui regalo ore di sonno, tutti i week-end, trascorsi scrivendo, intervistando, girando filmati, montando immagini e poi pubblicando sul sito e postando sui social. Tutto in nome dell’informazione libera ed indipendente. Tutto il nome della mia libertà. Tutto gratis. Quel poco di pubblicità che si riesce a raccogliere non copre neanche le spese, ma questo è un altro capitolo che per il momento non voglio sfogliare. Un figlio che ho cercato di far crescere. Sia come formula dell’offerta informativa, con la realizzazione dei video postati sul sito e con le dirette Facebook, che dopo tre anni di sperimentazione ed un anno di rodaggio penso abbiano raggiunto un livello di professionalità accettabile. Sia come famiglia, in quanto la singola città pian piano si sta trasformando in Città Network con la consolidata esperienza dell’edizione di Cambiano ed il nascente esperimento di Santena, Poirino e chissà quale altro comune. Un progetto che ho nella testa e che magari, se Dio vorrà, potrò portare avanti grazie all’aiuto di qualche collaboratore che sta dietro alla mia lucida follia di operatore della comunicazione. A volte mi chiedo chi me lo faccia fare. Me lo chiedo quando sono stanco e quando mi arrivano le fatture di carta, inchiostro o le notifiche del mio operatore telefonico che mi ricorda di ricaricare la scheda. Ma la risposta arriva quasi subito: la passione per un mestiere che assecondo dall’età di 11 anni. L’entusiasmo non si è affievolito, anzi. Auguro a “la Città” altre mille occasioni come questa. Massaggino dell’ego che ci permette di andare avanti.
Roberto D’Uva