CENTRO – Gianni Oliva, noto storico e saggista trofarellese, sorprende i lettori con il suo esordio narrativo, “Il pendio dei noci”, ambientato nei drammatici mesi finali della Prima Guerra Mondiale. L’autore riesce a mescolare con maestria la Storia con la sfera personale, costruendo un romanzo intenso e coinvolgente che esplora le devastanti conseguenze del conflitto sui destini individuali, non dimenticando di narrare anche due storie d’amore. La trama, che corre su un doppio binario, segue il sergente Julien Vertou, un uomo tormentato dal suo passato nella Legione Straniera, ora ritrovatosi a combattere accanto agli alpini italiani sul Monte Grappa, dopo la disfatta di Caporetto. L’atmosfera è fredda, malinconica, dominata da una neve che, anche in aprile, non sembra voler abbandonare le cime, riflettendo il gelo interiore del protagonista. Julien è un uomo senza più sogni, disilluso e ferito, che ha sepolto il proprio passato e l’amore che una volta lo aveva fatto sperare in un futuro migliore.
Oliva, con il suo stile asciutto e diretto, tratteggia una realtà di guerra che appare spietata e priva di eroismi, dove il confine tra la vita e la morte è labile e il solo obiettivo è sopravvivere. Tuttavia, attraverso i personaggi secondari, soprattutto i giovani soldati come Gildo, Valdo e Domenico, l’autore introduce una nota di tenerezza e umanità. Questi ragazzi inesperti e spaventati, che sognano solo di tornare a casa, mettono a nudo la fragilità di Julien e scalfiscono il suo cinismo, rievocando in lui ricordi di un passato che pensava di aver dimenticato.
Il romanzo si muove con abilità tra la grande Storia e le vicende personali, e proprio questa capacità di intrecciare l’universale con l’individuale rappresenta uno dei punti di forza del libro. La guerra, con tutto il suo carico di orrore, non è mai solo lo sfondo, ma diventa parte integrante della psicologia dei personaggi, plasmandoli e costringendoli a confrontarsi con le proprie debolezze e paure.
L’ambientazione montana, descritta con precisione e lirismo, diventa essa stessa un personaggio del romanzo. Le vette innevate, le trincee e i torrenti non sono solo paesaggi, ma simboli del conflitto interiore di Julien, del suo desiderio di pace e della sua inevitabile resa al passato. La natura, crudele e bellissima, è lo specchio delle emozioni dei protagonisti.
In definitiva, Il pendio dei noci è un romanzo che parla di guerra, ma anche di riscatto, di solitudine e del potere del ricordo. Oliva riesce a bilanciare una trama storica rigorosa con una vicenda personale toccante, e attraverso Julien Vertou ci offre un ritratto complesso e sfaccettato della condizione umana in tempo di guerra. Un esordio narrativo notevole, che non delude e lascia il segno, rivelando un nuovo lato del già affermato scrittore e storico. Fotografa il Qr Code e vedi la video intervista