«Si è conclusa con una partecipazione superiore alle aspettative la serata organizzata presso la mostra “Un segno tra umanità e disumanità”, curata da Adriana Cortassa insieme alla Pro Loco. Più di 60 persone hanno preso parte all’evento, dimostrando un forte interesse per il tema della serata. “È un segno di umanità, di luce e di speranza,” ha dichiarato la stessa Cortassa, moderatrice della serata, commentando l’ampia partecipazione. Protagonista dell’incontro è stato Maurizio Pagliassotti, che ha presentato il suo libro “La guerra invisibile”. Pagliassotti ha portato il pubblico in un viaggio attraverso la drammatica realtà della rotta balcanica, percorsa dai migranti in cerca di una vita migliore. La sua testimonianza, intensa e toccante, ha trasmesso l’umanità e la sofferenza di un’esperienza che ha cambiato profondamente la sua visione del mondo. “Il racconto di Pagliassotti ha toccato corde profonde, descrivendo con lucidità e partecipazione la disumanità che accompagna spesso queste rotte – ha spiegato Cortassa – Attraverso le sue parole, il pubblico ha potuto riflettere sulla difficile realtà vissuta dai migranti, spesso costretti a un cammino lungo e pericoloso che può durare anni. E’ che per raggiungere questo obiettivo tutti coloro che attraversano i Balcani devono talvolta superare sfide di morte, di torture, di degrado, di profonda ingiustizia, tanto da essere considerati non come “migranti”, ma come “nemici”. Molto significativo anche l’intervento di Claudio Terreni, curatore della mostra, che ci ha trasmesso la testimonianza di Ebrima Danso, il pittore del Gambia, che dopo aver superato sfide altrettanto drammatiche lungo il percorso del deserto libico , è riuscito a raggiungere la comunità di Vicofaro, gestita da don Massimo Biancalani, in cui è stato valorizzato per la sua passione per la pittura, tanto che la mostra dei suoi quadri che rappresentano il suo viaggio è diventata un patrimonio itinerante di testimonianza. Don Massimo è stato per noi il “punto di luce” che ci ha risvegliato le coscienze ospitando nella sua parrocchia di santa Maria Maggiore di Vicofaro, nei pressi di Pistoia, tutti i migranti che nessuno voleva, rispondendo all’invito di Papa Francesco all’ospitalità di chi ha più bisogno. Questo gli costa quotidianamente l’ostilità di tutti coloro, che, anche se cattolici, non sono disposti a convivere da vicino con una realtà troppo scomoda. La mostra ,esposta al centro culturale Marzanati, resterà lì fino al 21 settembre e sarà visitabile negli orari della biblioteca.
«Il 22 settembre sarà poi spostata allo spazio ex Fornaci, in occasione del pranzo in ricordo di Arminio Penno, che sempre ha vissuto privilegiando chi aveva più bisogno.
Il ricavato del pranzo sarà devoluto alla comunità di Don Massimo Biancalani, al rifugio Massi di Oulx, luogo di passaggio e di ospitalità per i migranti della rotta balcanica, direzionati poi a Briancon , alla ricerca di una vita migliore verso altri paesi europei e all’associazione Linea d’Ombra, gestita da Lorena Fornasir e dal marito, che si occupano quotidianamente a Trieste della cura fisica e psicologica dei migranti in arrivo dalla rotta balcanica e che presenzieranno al pranzo».
Sono ancora aperte le iscrizioni al pranzo fino ad esaurimento dei posti disponibili, telefonando ad Adriana Cortassa cell. 3386802720.
«E’ per me molto importante ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile questa iniziativa, l’amministrazione comunale, in particolare il vicesindaco Giorgio Miletto, presente all’inaugurazione della mostra, Giuseppina Rizzi, che non solo mi ha guidata nella gestione delle pratiche, ma soprattutto nell’ideazione dell’evento, il fotoclub Neyrone ed in particolare Claudio Pastrone, che ha collaborato con il pensiero e con l’azione alla realizzazione della mostra e poi tutti i miei amici, senza i quali io non avrei potuto e non potrei portare a termine alcuna di queste iniziative che richiedono impegno , tempo, ma soprattutto ideali da perseguire, passione e desiderio di giustizia.
Un grazie particolare a Doriano, che con semplicità e determinazione ha portato da solo i quadri da Vicofaro, a Fiorenza e Gianni, a Nadia, a Rita, a Chiara e Alberto, a Paola che sono stati attivamente vicini e collaborativi e poi a tutti quelli che hanno presenziato all’iniziativa credendoci, Posso concludere dicendo che ieri la sala Nimbo splendeva perché ognuno dei presenti era un punto luminoso di speranza» conclude la Cortassa. L’evento ha rappresentato non solo un momento di condivisione culturale, ma anche un’importante occasione di sensibilizzazione verso temi di grande rilevanza sociale, lasciando un segno profondo nei cuori dei partecipanti.