CENTRO – La CGIL promuove quattro quesiti referendari e lancia la campagna di raccolta firme che è iniziata lo scorso 25 aprile “Festa della liberazione”.
Quattro referendum per rimettere al centro il lavoro, restituire diritti e tutele ai lavoratori per renderli liberi e non più ricattabili e sottomessi. Il lavoro, le persone e le loro vite devono tornare a essere un bene pubblico per dare un futuro al nostro paese.
La campagna referendaria, decisa lo scorso 26 marzo dall’Assemblea generale della Cgil, punta a cambiare, attraverso il referendum, alcune leggi “sbagliate”. Il lavoro deve essere tutelato, in quanto diritto costituzionale. Deve essere sicuro, perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile, perché la precarietà è una perdita di libertà.
I primi due riguardano i licenziamenti: il primo chiede l’abbrogazione del Decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23; cosidetto Tutele crescenti e ripristinare il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, versione Fornero.
Il secondo l’abbrogazione del tetto massimo di indennizzo in caso licenziamenti illegittimi in imprese con meno di quindici dipendenti.
Il terzo, sulla reintroduzione delle causali specifiche e temporanee per i contratti a termine, per limitarne l’utilizzo .
Il quarto sugli appalti reindroducendo la responsabilità solidale del committente in relazione agli infortuni sul lavoro.
Sono proposte che riguardano tutto il mondo del lavoro e si rivolgono a tutti i cittadini che attraverso la partecipazione democratica e l’azione collettiva possono cambiare la società.
A Trofarello si raccoglieranno le firme con un banchetto sabato 18 maggio dalle 9,30 alle 12 in piazza Primo Maggio (accanto al banco di Molino Giovanni).
Tuttavia è possibile firmare anche on-line collegandosi a www,cgil.it/referendum, utilizzando l’identità digitale (Spid).