Cavaletto candidato alle elezioni regionali: Sanità, ambiente, imprenditoriae formazione professionale al primo posto

CENTRO – L’8 e il 9 giugno si svolgeranno, in concomitanza con le Elezioni per il Parlamento Europeo, le elezioni per il Presidente della Regione Piemonte e per il Consiglio Regionale.
Gli opposti schieramenti stanno già preparando la campagna elettorale, come i cittadini avranno notato dai numerosissimi manifesti affissi sui tabelloni pubblicitari sparsi per il paese; sia Alberto Cirio per il centro destra, sia Gianna Pentenero per il centro sinistra potranno contare sull’appoggio di numerosi partiti che con le loro liste cercheranno di conquistare i 50 seggi a Palazzo Lascaris.
Tra le novità di questa campagna elettorale spicca la lista, presente sia alle elezioni europee sia alle elezioni regionali, degli “Stati Uniti d’Europa”.
La lista per le elezioni regionali (composta da +Europa, PSI, Italia Viva e Libdem) vede al suo interno un nostro concittadino, Marco Cavaletto, consigliere di opposizione in Municipio e dirigente regionale di Piueuropa.
Perché questa partecipazione?
«I compagni del partito mi hanno chiesto di partecipare alla competizione elettorale per l’esperienza che ho maturato come direttore della Regione Piemonte al Commercio interno ed estero, Artigianato e Turismo per molti anni in Regione. Grazie alle competenze maturate in tanti anni di lavoro ho partecipato con i rappresentanti degli altri partiti alla stesura del programma del centro sinistra; il programma sarà la base di discussione con gli elettori per portare Gianna Pentenero a governare il Piemonte».
Quali saranno i temi che desidera sottolineare, in campagna elettorale?
«La sanità piemontese è in grave crisi: non è più possibile richiedere visite specialistiche perché i tempi di attesa spesso superano l’anno e altrettanto spesso la visita deve essere fatta non nella propria ASL ma in strutture ubicate in altre province. La Sanità pubblica è a rischio di implosione e sul nostro territorio da oltre 15 anni la politica non ha, di fatto, permesso la costruzione del nuovo ospedale, facendo bisticciare i sindaci per deciderne l’ubicazione.
La Regione non può più prendere in giro i cittadini su questi temi così importanti e delicati e deve dare risposte concrete, anche con un vero rappresentante di questo territorio.
Un’altra questione importante è data dalla formazione professionale: essa è necessaria per i nostri giovani che non trovano lavoro. Il paradosso in cui ci troviamo è che di lavoro ce ne sarebbe, ma i nostri giovani non possiedono la formazione adeguata alle nuove necessità. I Programmi di formazione sono vecchi e non più collegati alla realtà. La Regione che ha competenza su questo argomento non è più stata capace di intercettare le vere necessità formative. Occorre cambiare.
Inoltre io credo che sia doveroso occuparci in modo approfondito della tutela dell’ambiente: questa comprende diversi argomenti che vanno dalla protezione del suolo, alla difesa delle acque, al miglioramento dell’aria; la stessa agricoltura necessita di un aiuto importante perché possa adeguarsi alle nuove e pressanti necessità che il cambiamento climatico ci impone. Una nuova programmazione più adeguata nei settori toccati da queste emergenze e in linea con quanto ci chiede l’Europa per consentire alla nostra Regione di ritornare ai vertici tra le regioni italiane; da quando Cirio è presidente del Piemonte siamo precipitati dal quarto posto all’undicesimo posto tra le regioni italiane.
La Regione ha trascurato le esigenze delle imprese piemontesi, soprattutto di quelle che hanno grandi potenzialità di sfondare sui mercati esteri: è stata del tutto abbandonata la politica di sostegno all’export per concentrare l’azione di promozione su fiere espositive locali.
Sono scomparse dai calendari regionali le manifestazioni espositive internazionali più importanti, le cosiddette “B2B” (Business To Business), dedicando invece tempo e denaro soprattutto alle manifestazioni “B2C”(Business To Consumers). La Regione si è accontentata di partecipare a rassegne espositive (dal tartufo, al cibo, al vino…) ma ha trascurato le realtà dei nostri Consorzi per l’Export nei settori di alta gamma: dalla manifattura tessile, alla gioielleria di Valenza (tra le prime al mondo), al segmento manifatturiero della rubinetteria (sicuramente la prima a livello mondiale) alle coltivazioni pregiate o ai prodotti agricoli trasformati (vini, per confermarne pregio e valore, ai formaggi per difenderli dalle imitazioni che purtroppo stanno invadendo l’Europa).
Ma la Regione deve occuparsi in modo prioritario dei settori tradizionali che hanno dato vanto all’industria piemontese nel passato e che ancora possono contribuire a rendere salda la bilancia dei pagamenti regionale: dalla meccanica di precisione alla farmaceutica, dall’industria automobilistica, alla meccatronica: settori che contribuiscono in modo determinante alla realizzazione del PIL regionale. Se vogliamo che la nostra Regione ritorni ad essere tra le più competitive del nostro Paese occorre agire subito con professionalità, competenza e passione per invertire la tendenza al declino».

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