Entra nel vivo la Festa di San Rocco: Canti popolari, musica, fritto di pesce e Hamburger per onorare il Santo Patrono

CIMAVILLA – Appena terminata la Santa Messa Solenne ora la Festa dedicata a San Rocco, Santo patrono della città di Trofarello, entra nella sua fase più cultural-godereccia con canti popolari, la Vija ed un momento gastronomico con fritto di pesce e Hamburger. L’appuntamento inizia a partire dalle ore 19 su via Piave. Sempre alle ore 19 nei giardini Torretta, dietro la chiesa parrocchiale, inizia la merenda sinoira e, dalle ore 21 la Vija, racconti e storie di cultura locale, in collaborazione con l’associazione Conti Vagnone.

La figura di San Rocco compare in città dalla notte dei tempi. Famosa infatti la storica Cappella di San Rocco, realizzata all’interno del complesso del Castello Vagnone nel 1762, su volontà di Giacinto Amedeo Vagnone e restaurata tra il 1997 ed il 1999. Progettazione affidata a Bernardo Vittone, che la realizzò a pianta ellittica, con una copertura a volta anch’essa a forma ellittica dipinta a cassettoni. L’altare, dove venne posizionata la statua di S. Rocco, há forma barocca ed è fatto con ricchi marmi policromi. La facciata principale è stata realizzata a due ordini sovrapposti. La porta d’ingresso è sormontata da un frontone triangolare. Sull’ordine superiore della facciata c’è una grande finestra ovale. Nel timpano centrale è stato inserito lo stemma gentilizio dei Vagnone.

Aspetto fondamentale di questa serata sarà la Vijà, in scena a partire dalle ore 21. Ma cos’è la Vija?

La parola che più racchiude la cultura di un mondo contadino di un epoca orami lontana. Una veglia in compagnia di altre persone con lo scopo di assistere una persona ammalata, un animale in procinto di comprare un cucciolo o altro. In programma per questa Vijà trofarellese una parte di quello che la tradizione offriva per la Vijà nelle stalle: poesie, racconti, canti, corteggiamenti, preghiere, giochi, lavoretti. La tradizione vuole che, dopo aver riempito gli scaldaletto con la brace alcuni giocavano a carte, le donne ricamavano o cucivano. Si costruivano con il vimine le ceste e le scope o si riparavano oggetti. La veglia così diventava una sorta di spettacolo con racconti dedicato alle masche. Insomma la Vijà era la Facebook di un tempo. Dove si raccontavano storie e si postavano racconti. In scena alle 21 a Trofarello. Organizzazione a cura del Comune di Trofarello in collaborazione con gli Alpini e Associazione Conti Vagnone.

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