CENTRO – Una storia musicale lunga 60 anni. La passione per la musica lo ha reso, da sempre protagonista delle più importanti kermesse musicali ed oggi è stato insignito della benemerenza cittadina. Gabriele Manassi è il cittadino benemerito 2023. 69 anni a settembre il maestro Gabriele è stato dipendente di un noto istituto di credito dopo una laurea in matematica ed un paio di anni dedicati all’insegamento presso l’Istituto Margara e all’Università. «Sono andato a fare un mestiere per cui non avevo studiato occupandomi di informatica ed elaborazione dati. Dopo 33 anni come sistemista e responsabile del supporto tecnico, da una decina d’anni, grazie ad uno scivolo offertomi, sono andato in pensione per dedicarmi totalmente alla mia grande passione: la musica – racconta Manassi – Ho iniziato a fare musica da piccolo. Avevo 5 anni ed iniziai a prendere le prime lezioni di solfeggio. Ricordo che mio padre Fausto, anche lui direttore di banda per 25 anni, non musicista professinista ma violinista per passione, per farmi entrare nel ruolo mi faceva uscire di casa, suonare il campanello ed entrare come se fossi un qualsiasi allievo. Mi faceva anche dare del lei, fino alla fine della lezione. Una cosa che ci permetteva di entrare nel ruolo allievo/insegnante, completamente diverso da quello esistente tra padre e figlio tra i quali ci sarebbe stata troppa confidenza. Per 2, 3 anni ho fatto solfeggio, l’apprendimento del ritmo, a prescindere dallo studio dello strumento. Conservo gelosamente il libro che usavo dove ci sono tutti i voti. Dal punto di vista strumentale ricordo invece una piccolissima tastierina con cui mi divertivo a suonare. Poi dopo qualche tempo ho iniziato a studiare pianoforte ed andavo da mio nonno a suonare. Ero un po’ autodidatta. Più avanti sono andato dal Maestro Luciano Turato che era un amico di mio papà. Con Turato ho iniziato a preparare gli esami da privatista per il Conservatorio. Quando improvvisamente è mancato mio papà, a 50 anni, avevo iniziato l’università da 15 giorni e la situazione è diventata un po’ pesante. I miei fratelli erano molto piccoli e mia mamma ha ripreso a lavorare, mentre io mi sono dedicato un po’ di più agli studi universitari. Con la scomparsa di papà che era direttore della banda Santa Cecilia che quest’anno gesteggia i 221 anni di vita, mi hanno chiesto di prendere il suo posto. Avevo solo 19 anni ma mi sono buttato. Era complesso perché c’era anche la gestione degli allievi. Facevo un po’ tutto. E’ stata una esperienza utilissima perché mi ha costretto ad imparare il funzionamento di tutti gli strumenti. Una delle esperienze più utili dal punto di vista professionale. Oggi sono 55 anni che faccio parte della banda. Dopo l’università ho completato lo studio del pianoforte come privatista alla scuola civica, anche se il mio obiettivo era l’organo. Musicalmente ho fatto altre esperienze con il coro Haendel che l’anno prossimo festeggerà i 50 anni di vita. Fondato dal maestro Turato ho preso il suo posto quando si è trasferito a Buja.
Il terzo filone musicale è la Easy Big Band, fondata da Capolongo che esiste da una quarantina d’anni. Con la pensione ho ripreso a studiare composizione al Conservatorio. Oggi il conservatorio è paragonato all’Università così mi sono iscritto ed ho fatto prima la composizione e direzione corale e poi direzione di banda ed infine anche quella di direzione d’orchestra. Una delle cose più impegnative. Ora sto frequentando il corso di prepolifonia, praticamente il canto Gregoriano.
Facendo un salto indietro anche mia moglie Antonella è stata mia allieva. Ho avuto tre figli: Paolo che ha 34 anni, ed i gemelli Luca e Stefano che si sono diplomati al conservatorio.
L’attività musicale è stata principalmente a Trofarello ma abbiamo portato in giro per l’Italia molte iniziative. Musicalmente sono patito per la musica classica ma poi frequentando la Easy Big Band ho deciso di studiare anche altri generi musicali». Cosa pensa di questo riconoscimento che le verrà conferito?
«La benemerenza mi ha colto un po’ di sorpresa. Mi ha fatto molto piacere perché ho visto che fin dall’anno scorso si è voluto premiare la cultura, oltre che il volontariato. Io mi ritengo effettivamente un volontario della cultura in un certo senso. Un dilettante nel senso positivo della parola: chi si diletta con la musica. Chi si diletta lo fa per passione. Mi ha fatto piacere il fatto che sia stata premiata la cultura, cosa non scontata. Non sempre c’è la sensibilità per questo aspetto». Progetti per il futuro? «Mi piacerebbe festeggiare i 250 anni della Banda. Potrei anche arrivarci». Il maestro Manassi sarà insignito della benemerenza ufficialmente durante il concerto del 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica. La giunta dei benemeriti ha approvato la candidatura ed ora il tutto dovrà essere ratificato, solo formalmente, dal Consiglio Comunale.