Appello in giudizio sulla questione delle trascrizion: l’intervento del sindaco Napoletano e delle opposizioni

CENTRO – Nuove nubi giudiziarie si affacciano sul comune della città con la presentazione del promesso ricorso da parte di Claudia e Antonella, trofarellesi unite in matrimonio e mamme di due gemelli, ma con una sola genitrice riconosciuta dallo Stato. Il primo rifiuto di trascrizione di figli di una coppia gay targato Piemonte. Il Tribunale di Torino con decreto in data 27 marzo 2023 ha dato ragione al Comune di Trofarello che non aveva provveduto alla trascrizione ritenendo legittimo l’operato dell’Ufficiale dello stato civile comunale «nel caso di riconoscimento effettuato da due persone dello stesso sesso (donne) dinanzi all’ufficiale di stato civile deve ritenersi violato l’art. 5 della L. 40/2004, nella parte in cui prevede che “possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie di maggiorenni di sesso diverso”. Sulla base di tale disposizione, le pratiche di procreazione medicalmente assistita PMA tra persone dello stesso sesso non sono consentite in Italia. Da ciò discende l’impossibilità di procedere a riconoscimento da parte di due persone dello stesso sesso». Ora prontamente è arrivato il ricorso in appello presentato dalle due mamme della coppia di gemellini qualche giorno fa, dove si richiede la riforma del decreto che ha visto vittorioso il comune o, in subordine, la rimessione della questione alla Corte Costituzionale per far dichiarare l’illegittimità della Legge 40/2004 nella parte in cui prevede che “possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie di maggiorenni di sesso diverso” per contrasto, tra l’altro, alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

«Ora ci prendiamo un momento per leggere con i nostri legali il ricorso, ad ogni buon conto rimane fermo principio che in assenza di una espressa previsione legislativa e di una presa di posizione sul punto da parte del legislatore, non è possibile procedere al riconoscimento di un figlio da parte della madre non biologica. Sento l’obbligo di agire secondo la legge – commenta il sindaco Stefano Napoletano – Nutro profondo e veritiero rispetto per l’affetto e il legame delle persone. E lo rispetto. Lo rispettiamo come Amministrazione Comunale. Non ho mai utilizzato storie di vita personali per ottenere notorietà, e non lo farò adesso. Ma non possiamo violare deliberatamente la legge, non possiamo agire in violazione delle decisioni dei Tribunali, e certamente non può farlo un Sindaco». E’ stata fissata ad inizio settembre la Camera di consiglio del Collegio dei giudici della Corte di Appello di Torino.

“Noi” segue la “convention” al teatro Carignano

CENTRO – Al Teatro Carignano di Torino oltre 300 amministratori hanno sostanzialmente aderito all’invito dei sindaci delle principali città italiane di inviare un documento al Parlamento perché proceda celermente alla approvazione di una legge che ponga fine alla discriminazione che i bambini nati all’interno delle coppie omogenitoriali subiscono a causa di pregiudizi non più tollerabili.
«In effetti, il pregiudizio verso l’omosessualità (alla base di questi comportamenti retrogradi) da parte di larghi strati della società del nostro Paese, mette in evidenza atteggiamenti e comportamenti che alcune forze politiche di destra continuano ad avere verso tutto ciò che non che non è considerato tradizionale nella famiglia – interviene Marco Cavaletto per Noi Trofarello – Secondo costoro, la famiglia è solo quella formata da una coppia di un uomo con una donna; ma questa affermazione non è supportata in quasi tutti gli stati europei e soprattutto la Costituzione italiana non pone vincoli a costruire altre forme di famiglia. Secondo l’articolo 29, La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare. Nulla viene detto sul sesso dei coniugi e nulla viene detto sull’orientamento sessuale degli stessi.
Conseguenza diretta di questo modo di pensare, arcaico, medioevale, sta nel riconoscimento dei figli di una coppia formata da due madri (o da due padri) che all’Anagrafe dei comuni non vengono registrati se non come figli di una sola madre, ovvero quella biologica. Si puniscono i figli per punire i genitori di un particolare orientamento sessuale!

Se il bambino nasce in un altro paese della Unione Europea e trascritto alla nascita in quel Paese, la nostra normativa automaticamente riconosce questo Status (figlio di entrambe le madri) ma se il bambino nasce in Italia allora il bambino (o come nel caso di Trofarello, i due gemelli) non vengono trascritti se non come figlio di una sola delle mamme.
Ci auguriamo sia inutile qui spiegare quali possano essere le molteplici conseguenze di questo grave atto che le Amministrazioni locali, in ossequio a norme nazionali, sono costrette a somministrare ai minori, oltre che alle mamme (in caso di ricoveri ed operazioni ai bimbi, solo la mamma biologica potrà dare l’assenso ad intervenire… ma se per qualche motivo la madre biologica non fosse disponibile perché impedita ad assistere il minore, l’altra mamma non può esercitare il suo dovere di madre solo perché è una legge ad impedirglielo: questo è uno dei casi più ricorrenti)
– continua Cavaletto – Questo pregiudizio sta ponendo in crisi le regole della convivenza e noi ci auguriamo che il nostro sindaco, rappresentato al teatro Carignano dall’assessora Bertelle, insieme agli altri 300 sindaci voglia sottoscrivere l’appello al Parlamento perché la legge venga presto approvata.
Sappiamo che la nostra amministrazione non vorrà da sola sfidare il Prefetto nel concedere la trascrizione, anche se i consigli del professor Gustavo Zagrebelsky, emerito costituzionalista, porrebbero al riparo i sindaci qualora essi volessero sfidare le disposizioni impartite. Infatti il docente di diritto costituzionale sostiene che una volta effettuata la trascrizione il prefetto potrebbe imporne la cancellazione: ma su questo atto il sindaco a sua volta potrebbe decidere di presentare un ricorso in Corte Costituzionale per contestare la costituzionalità della norma che impone la necessità dell’autorizzazione del tribunale per la trascrizione dell’atto di nascita.
In ogni caso il nostro sindaco si guadagnerebbe la stima non soltanto delle mamme in attesa che la trascrizione nel nostro Paese possa finalmente avvenire, ma da tutta la comunità
– conclude il consigliere di opposizione Cavaletto – Sappiamo che molti sindaci stanno pensando ad azioni di questo genere per sollevare il caso innanzi la Corte costituzionale. Se queste azioni saranno numerose potrebbero esserci buone probabilità perché una nuova norma del Parlamento possa finalmente porre fine a questa disparità di trattamento ed i figli di queste coppie diventare in tutto e per tutto uguali ai loro coetanei».

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